Una straordinaria scoperta archeologica è stata fatta alcuni mesi fa a Manduria senza che nessuno ne parlasse. Si tratta di una moneta d’oro risalente al Medioevo, primo ritrovamento di un reperto d’oro fatto a Manduria. Ovviamente si parla di scavi ufficiali documentati esclusi quindi quelli illeciti ad opera dei tombaroli recenti e soprattutto del passato. Una testimonianza così importante non era venuta alla luce neanche durante la campagna di scavi dell’archeologo Nevio De Grassi che tra il 1955 e il 1960 fece emergere la vasta necropoli e il fossato delle Mure Messapiche nell’omonimo parco. Tutti i reperti esposti nel museo archeologico di Manduria (ex Oltre le mura), sono solo una parte del materiale proveniente da quegli scavi.
La prima e recente moneta d’oro recuperata e conservata in qualche angolo dei depositi della Soprintendenza archeologica di Taranto, è stata trovata tra i cocci di vasellame venuti fuori da una delle tombe Messapiche rinvenute durante gli scavi per la metanizzazione in via Mandorle D’Oro (non in quella ultima decorata e ricoperta, ma in altre più vicine a Piazza Scegnu). Dove sia finita la moneta d’oro, di cui sappiamo solo le dimensioni uguali alle attuali dieci centesimi di euro, non ci è dato sapere. Così come nell’ombra sono rimaste altre importanti testimonianze dell’antico popolo Messapico di cui si è parlato solo grazie alle indiscrezioni giornalistiche prima che si chiudesse il sipario. (La moneta in foto è di repertorio scaricata dalla rete)
Nazareno Dinoi
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