Il Consiglio d’amministrazione del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria doc, ha concluso da poco i lavori di proposta di modifica del disciplinare che potrebbero cambiare le sorti dell’economia del territorio su cui cresce e si produce il rinomato vitigno Messapico. La più importante, attesa da molti vinificatori locali, sicuramente meno dagli imprenditori esterni, è quella che riguarda l’obbligo di imbottigliare il prodotto finito in loco, vale a dire nell’areale del Primitivo individuato a cavallo delle due province di Taranto e Brindisi. Dovrebbe così finire il carosello del vino acquistato in botti dalle cantine del territorio e confezionato negli opifici di altre zone, fuori regione o addirittura all’estero. Per mantenere sull’etichetta la denominazione del Doc, il Primitivo di Manduria dovrà essere imbottigliato nel perimetro compreso nell’arco Jonico costiero e della penisola salentina vocata alla coltura del vitigno (con confini territoriali e comunali ben definiti).
La delibera di modifica licenziata in questi giorni dal Consorzio di tutela presieduto dall’imprenditore Roberto Erario e diretto dal giovane manager Adriano Pasculli De Angelis, è solo l’inizio di un lungo iter che deve toccare altro organismi, non solo nazionali, prima di essere definitivamente attuato. La deliberazione dovrà ricevere prima la ratifica della Commissione europea che potrà approvarlo così com’è oppure rinviarlo indietro con delle prescrizioni e dopo quella del governo italiano che affiderà al Ministero dell’Agricoltura il compito di emanare un decreto attuativo. Secondo il management del Consorzio, mettendocela tutta e facendo muovere le giuste pedine soprattutto a livello europeo, la nuova regola (salvo interferenze delle lobbie degli imbottigliatori esterni), potrebbe avere la via libera già dalla prossima vendemmia 2019. Questo, fanno sapere gli addetti ai lavori, sarà solo il primo passo di un ostacolo ancora più difficile da superare: quello di superare una norma sulle liberalizzazioni europea che consenti a chi ha già ottenuto l’autorizzazione all’imbottigliamento fuori dell’areale del Primitivo di mantenere tale diritto. Nel frattempo, il divieto varrà solo per i nuovi imbottigliatori.
Se tutto va bene, quindi, tra qualche anno (fatti salvi i diritti già acquisiti), il Primitivo di Manduria Doc potrà essere imbottigliato nelle cantine o nelle aziende specializzate nell’imbottigliamento esistenti nei territori comunali di Manduria, Carosino, Monteparano, Leporano, Pulsano, Faggiano, Roccaforzata, San Giorgio Jonico, San Marzano di San Giuseppe, Fragagnano, Lizzano, Sava, Torricella, Maruggio, Avetrana e quello della frazione di Talsano e delle isole amministrative del comune di Taranto intercluse tra i comuni di Fragagnano e Lizzano e, in provincia di Brindisi, neicomuni di Erchie, Oria e Torre Santa Susanna. Il primo disciplinare del Primitivo di Manduria Doc che detta le regole della coltivazione e della trasformazione del vino perché mantenga quelle caratteristiche, risale al 1974 con modifiche successive approvate nel 2011 e nel 2014.
Nazareno Dinoi
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1 commento
Alessandro il grande
mer 12 settembre 2018 12:46 rispondi a Alessandro il grandeBè penso che questo era l ultimo tassello...per chiudere il cerchio tra produzione ed imbottigliamento..anzi dovevano farlo prima ma imbottigliamento non nell' arco ionico o limitrofo..deve essere fatto a Manduria...