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«Improponibile», «irrealizzabile», «non corrispondete allo stato dei luoghi», «lasciati al caso», «presenza di omissioni» e «criticità»

«Il depuratore a Urmo è tutto improponibile», l'analisi del geologo

Depuratore e vasche drenanti zona Urmo Belsito Depuratore e vasche drenanti zona Urmo Belsito | © La Voce

«Improponibile», «irrealizzabile», «non corrispondete allo stato dei luoghi», «lasciati al caso», «presenza di omissioni» e «criticità». Sono solo alcuni termini usati dal geologo Giuseppe Masilla, consulente del Comune di Avetrana, per bocciare su più fronti il nuovo progetto del depuratore a Urmo – Specchiarica. La sua relazione, inviata ieri alla Regione Puglia, contiene almeno una decina di osservazioni al piano, alcune delle quali davvero curiose ed evidentemente fuori dalla normativa. Tra i rilievi curiosi evidenziati dal geologo, c’è quella sull’uso civile dell’acqua depurata, quella necessaria al lavaggio delle strade dei due comuni di Sava e Manduria. Secondo gli stessi dati forniti da Acquedotto pugliese, per smaltire i reflui in eccesso, occorrerà consumare necessariamente (altrimenti il sistema di assorbimento va in tilt), 621 metri cubi d’acqua al giorno. «Circa 62 camion al giorno, estate ed inverno», fa notare Masilla. Che aggiunge. «Con quali costi ambientali con l’emissione di gas di scarico di tanti camion sguinzagliati per le strade di Manduria, marine comprese. Tecnicamente pressoché impossibile», conclude il tecnico.

Sicuramente meno comici le altre obiezioni al piano che toccano materia ambientali e in definitiva la salute delle persone come il sistema ecoambientale. A cominciare dal fenomeno olfattivo. Secondo Masilla il progetto non è in regola con la recente normativa che disciplina le emissioni odorigene con particolare riferimento alle abitazioni a partire da 250 metri di distanza dal depuratore. «La valutazione degli impatti odorigeni – sostiene il geologo – non è stato correttamente e preventivamente valutato». Inquietante poi il rischio di inquinamento del vicino fiume Chidro per la presenza di drenaggi del buffer 2 nella zona del depuratore a Urmo. Masilla fa notare che il progetto di Aqp non ha approfondito lo stato della qualità di risorgenza del fiume Chidro visto che le aree interessate da depuratore e buffer 2 sono area di ricarica della falda e della risorgenza del fiume stesso.

Forte di questo, l’amministrazione del Comune di Avetrana con il sindaco Antonio Minò ha inviato le proprie osservazioni relative agli scarichi complementari del depuratore consortile Manduria – Sava. «Da tener presente – si legge in una nota a forma del sindaco Minò - che le criticità manifestate in tale progetto sono molteplici a cominciare da quelle strategiche del territorio per gli abitati di zona Urmo e San Pietro in Bevagna». Per Avetrana, infine, «non è stato preso in considerazione un’alternativa di delocalizzazione e inoltre non è stata presa in considerazione, ma volutamente ignorata, la proposta condivisa nel verbale del 7 aprile 2017, ipotesi C zona Serpenti. Pertanto – conclude - le criticità espresse inducono il Sindaco ad un parere sfavorevole».

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2 commenti

  • Antonio
    gio 16 agosto 2018 10:20 rispondi a Antonio

    Puntuale e precisa la nota del geologo Masilla che dettagliatamente descrive quali e quanti sono i danni alla salute provocati "dal fenomeno olfattivo che per gli amministratori di Manduria nn era per niente nocivo.Il quartiere Santa Gemma soffre e patisce questo fenomeno e quando gli effetti saranno messi in luce,sicuramente qualcuno pagherà.

  • Antonio
    ven 10 agosto 2018 03:46 rispondi a Antonio

    La relazione dettagliata e puntuale del Geologo Masilla ripropone anche il problema del "fenomeno olfattivo" che incombe sulla città di Manduria che è aggredita a giorni alterni dai cattivi odori della discarica Li Cicci e dintorni. I nostri amministratori hanno accettato passivamente il diktat deella Regione Puglia che ha decretato lo scarico dei rifiuti dei comuni limitrofi nella discarica di Manduria.A questo punto nessuno ha chiesto ai mezzi che trasportano "tali regali" di imporre l'alimentazione a metano dal momento che attraversano quotidianamente la nostra città (la circumvallazione che tale nn è più che divide in due la città)inquinando con i loro scarichi tutto il centro abitato. Abbiamo accettato passivamente questo abuso a danno della salute dei cittadini residenti.

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