L’acquedotto pugliese ha deciso di usare il pugno di ferro contro gli inquinatori della falda e lo sta facendo partendo da Avetrana dove stanno arrivando centinaia di lettere con all’oggetto «verifica degli standard igienico-sanitari della fornitura idrica», ad altrettante famiglie la cui abitazione non risulta essere collegata alla rete fognaria pubblica. L’avvertimento è chiaro: in caso di inadempienza, si legge, l’Aqp «potrà procedere a sospendere la somministrazione del servizio di fornitura idrica con successiva rimozione dell’impianto» a spese dell’utente, e «la conseguente perdita di agibilità dell’abitazione».
La comunicazione, intestata al proprietario dell’utenza idrica e per conoscenza al sindaco del comune di Avetrana e alla Asl di Taranto, contiene poi un esplicito richiamo alla legge in materia di reati ambientali. «La immissione dei reflui in sistemi di raccolta provvisori, quali ad esempio vasche a tenuta non stagna – avverte Aqp -, può essere configurata come illecito sanzionabile in sede amministrativa e/o penale».
Entro trenta giorni dal ricevimento della lettera, i proprietari di immobili dovranno rispondere sotto la propria responsabilità, indicando lo stato di allaccio a pubblica fogna; l’eventuale richiesta di allacciamento in corso (fornendo la documentazione relativa); il mancato allaccio su strada servita dalla fogna pubblica o non servita ma con scarico autorizzato su fossa imhoff o altro impianto di smaltimento. Lo stesso invito è rivolto alle utenze industriali che dovranno, inoltre, specificare il tipo di scarico alternativo impiegato. Tutte le informazioni richieste dovranno essere comunicate telematicamente attraverso apposito form raggiungibile sul sito istituzionale dell’Acquedotto pugliese.
La normativa in materia di scarichi civili e industriali, prevede l’obbligo dell’allaccio alla rete fognante pubblica (ove esista), entro un anno dalla sua realizzazione da parte degli enti preposti (in questo caso del Comune di Avetrana). Entro quella data bisogna aver presentato regolare domanda di allaccio alla rete. Nel caso di Avetrana, il depuratore è pronto da quasi quattro anni ma l’opportunità offerta dalla rete di smaltimento pubblica, non pare abbia avuto il successo sperato. Ad oggi, infatti, gli allacci sul territorio di Avetrana raggiungono appena il 40% dei potenziali utenti. Sessanta abitazioni su cento di quelle già servite dalla rete (escludendo dal conteggio quelle che hanno già presentato domanda), avrebbero già violato la legge. Il problema diventa ancora più serio se lo si guarda dal punto di vista della regolarità del sistema di smaltimento alternativo impiegato. E qui si entra nel penale se si scopre, ad esempio, che l’abitazione è priva di vasche di raccolta a tenuta stagna.
La missiva di Aqp si apre con una comunicazione di forte attualità che ricorda la tormentata vicenda del depuratore consortile Manduria-Sava che la Regione Puglia ha deciso di realizzare alle porte di Avetrana contro il parere degli avetranesi. E’ quella della procedura di infrazione comunitaria per i comuni non ancora in regola con le direttive in materia di depurazione.
Nazareno Dinoi
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3 commenti
Claudio Di Giacomo
lun 21 settembre 2020 10:45 rispondi a Claudio Di GiacomoColpevoli di inquinamento a " senso unico " ? Mi chiedo : é regolare che nel 2020 ci siano ancora tantissime strade prive di fognatura ? E non mi riferisco solo al territorio di Manduria e Sava (dove è risaputo occorre attendere il nuovo depuratore) ma in quei comuni limitrofi , quali Avetrana e Maruggio (Campomarino compreso) dove il depuratore esiste!
lorenzo
ven 13 luglio 2018 12:15 rispondi a lorenzoE quelle di Sava?
Marco
ven 13 luglio 2018 06:35 rispondi a MarcoE le falde esistenti in località marine