L’appello lanciato attraverso il giornale dalla laureanda manduriana in giurisprudenza, Valentina Iunco, che per completare il praticantato ha bisogno di uno studio legale accessibile alla sua sedia a rotelle, ha trovato una prima mano tesa. È quella della sezione tarantina dell’Associazione italiana giovani avvocati (Aiga) che si dice pronta ad incontrare l’aspirante avvocatessa per trovare con lei la soluzione al suo problema.
«Ascoltato il parere dei consiglieri di sezione – fa sapere il presidente provinciale dell’Aiga Taranto, Pierantonio Ruggiero –, abbiamo deciso di incontrare la signorina Iunco per un confronto sulla scorta delle esperienze maturate dagli altri professionisti».
L’idea del presidente provinciale di Aiga, il cui intervento è stato sollecitato da uno dei suoi associati rimasto particolarmente colpito dalla storia della laureanda disabile, è quello intanto di capire le reali esigenze della giovane. L’orientamento di Ruggiero è quello di utilizzare i canali e le conoscenze della sua associazione, presente in tutta la provincia di Taranto e radicata in tutta Italia, per fare acquisire i crediti necessari attraverso la formazione presso un ufficio legale pubblico. «I comuni, oltre a poter riconoscere un giusto compenso – afferma l’avvocato Ruggiero -, hanno uffici senza barriere architettoniche a differenza di moltissimi studi legali privati».
A giorni la delegazione dell’Aiga si recherà a casa della disabile manduriana che è stata già informata della buona notizia. «Finalmente, pensavo proprio che il mio appello dovesse cadere nel vuoto», afferma la giovane che dopo aver superato tutti gli esami con una media altissima, si è bloccata agli ultimi due, procedura civile e penale, per lo sconforto dovuto all’impossibilità di fare pratica necessaria ai crediti formativi richiesti dal corso di studi.
«Non voglio solo laurearmi e basta – dice Valentina –, ma voglio diventare una brava avvocatessa così potrò aiutare tutti quelli nelle mie condizioni ed anche peggio». Per diventare brava, oltre al «pezzo di carta» che se non ci fossero quegli ostacoli l’avrebbe già ottenuto, deve imparare i trucchi del mestiere che solo con l’esperienza in uno studio legale potrà acquisire. Ma il problema è proprio lì. «Con la mia mamma siamo andati da alcuni avvocati della mia città, Manduria, per chiedere se potevano prendermi come praticante laureanda – racconta Valentina –, ma quelli che conosciamo non hanno potuto perché i loro studi non permettono l’accesso alle persone come me». Barriere architettoniche, come ce ne sono tante ancora nelle città. «Abbiamo fatto mente locale, per quello che possiamo conoscere, pare che nessuno studio legale di Manduria possieda l’accesso facilitato alle carrozzine».
Nazareno Dinoi su Quotidiano di Taranto
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1 commento
lorenzo
mar 10 luglio 2018 12:03 rispondi a lorenzoUna buona notizia. Tanti, tanti auguri Valentina