Chi sono i parenti di Gregorio Dinoi che nel 1943, da soldato di fanteria fascista, scampò a un terribile bombardamento a Solofra, comune in provincia di Avellino? Se lo chiede Lucia Petrone, bibliotecaria di quel centro dell’avellinese che recentemente ha scritto un libro in cui raccoglie storie e ricordi di quel sanguinoso bombardamento. Tra le pagine del libro-memoria, c’è anche quel giovane bersagliere manduriano la cui memoria l’autrice del libro vuole condividere con i parenti che sicuramente vivono nella città Messapica. «Aiutatemi a trovarli», ci chiede la storica locale contattando la nostra redazione che ha prontamente raccolto l’appello.
“Quel 21 settembre 1943. Un lampo al centro di Solofra”, questo il titolo del libro, raccoglie testimonianze dei sopravvissuti e anche quella del manduriano Dinoi. L’autrice vorrebbe rintracciare i famigliari dell’uomo per donargli il libro insieme allo straordinario racconto del manduriano vissuto tra la città messapica e un paesotto campano al termine della seconda guerra mondiale.
Unica traccia nelle mani della storia, una foto in bianco e nero con l’immagine del fiero soldato Dinoi e una tenera dedica sul retro. Questo il testo: «Solofra, 27-5-43. Con sincero affetto offro alla cara comare e al caro compare questa mia foto per farmi ricordare sempre». Firmato: Gregorio Dinoi.
Occhi neri e baffo ben curato con un grande cappello piumato, Gregorio Dinoi nel 1943 faceva il bersagliere di stanza in questo piccolissimo paese chiamato Solofra, in provincia di Avellino, in Campania, dove il 21 settembre avvenne una terribile esplosione che provocò 200 morti e 400 feriti. Qui, Gregorio, che ottant’anni fa faceva il soldato, riuscì però a salvarsi e a tornare nella sua città messapica aprendo anche un’azienda vinicola di Primitivo. Grazie al libro di Petrone sappiamo infatti che il giovane strinse amicizia con la famiglia Clemente che abitava in via Toro Sottano che lo accolse e nascose quando Gregorio abbandonò gli abiti militari fascisti aiutandolo a tornare a Manduria.
I rapporti tra la famiglia del nostro soldato e quella campana si intensificarono tanto che, scrive sempre Petrone nel libro, «per la sua cresima il giovane pugliese, scelse come padrino proprio il figlio di Sara Clemente, Alfredo».
Lanciamo quindi l’appello ai manduriani pubblicando la foto che potrà essere riconosciuta dai suoi parenti ed anche la scritta sul retro con la firma autografa. Chiunque abbia un ricordo del soldato Dinoi e può aiutarci ad individuare i suoi parenti può scriverci in privato sui nostri canali social o via email all’indirizzo [email protected] oppure telefonarci al 336 374725.
Marzia Baldari
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1 commento
ANNALISA
mar 31 maggio 2022 05:24 rispondi a ANNALISASalve..io conosco un signore di nome dinoi Gregorio che oggi non è più vivente..la sua famiglia si trova a manduria in via per avetrana angolo posta centrale di cui il figlio si chiama dinoi giuse che per tanti anni lavorava in banca