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Omicidio Marinelli, il presunto killer confessa: ho avuto paura
Omicidio Marinelli, il presunto killer confessa: ho avuto paura | © n.c.Si è chiuso in tempo di record ieri il giallo sull’uccisione dell’ex pugile grottagliese, Alessio Marinelli, di 19 anni, ferito mortalmente sabato sera in una piazza al centro del suo paese. A crivellarlo di colpi, almeno sette quelli andati a segno, sarebbe stato Vincenzo Venza, pregiudicato trentasettenne che ha confessato il delitto per paura di essere a sua volta ammazzato. Poche ore prima, l’omicida reo confesso era stato oggetto di un altro attentato di fuoco, dal quale era uscito illeso, per mano del giovane boxer. Venza che è sposato e padre di un figlio di sei anni, si è presentato spontaneamente sabato sera negli uffici del commissariato di Grottaglie accompagnato dai due avvocati, Fabrizio Lamanna e Salvatore Sanarica. Gli investigatori della polizia, guidati dal commissario Vincenzo Maruzzella, erano già sulle sue tracce grazie anche alle immagini di una telecamera di sorveglianza che aveva ripreso le fasi dell’agguato avvenuto alla presenza di numerosi testimoni nella centralissima piazza Principe di Piemonte a Grottaglie. Nelle dichiarazioni spontanee rilasciate al magistrato di turno, Daniela Putignano, il trentasettenne ha detto di essere stato vittima di continui abusi da parte dell’esuberante pugile che avrebbe minacciato anche il figlio minorenne. Ultimo atto di queste continue vessazioni, ha sempre raccontato il presunto omicida, l’attentato nei suoi confronti di sabato pomeriggio quando da una Fiat Uno bianca erano partiti tre colpi di fucile contro la sua auto parcheggiata. «A capo del commando che mi voleva ammazzare, ha detto al pm - ho riconosciuto Marinelli che con altri due fuggiva a bordo di un’auto bianca». L’autovettura, risultata rubata, è stata poi ritrovata completamente bruciata nelle campagne di Grottaglie. Con l’assistenza dei due legali ha poi raccontato che dopo quell’episodio si è recato in piazza per un chiarimento ma quando ha visto Marinelli ha avuto paura e gli ha sparato prima alle gambe e poi al resto del corpo. Il giovane morirà nella notte nonostante le cure dei sanitari dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto dove era stato trasportato da un’ambulanza del 118. «Non volevo uccidere», ha detto agli inquirenti Venza che non ha ancora fatto trovare la pistola usata nell’attentato. Questa la sua versione. Per gli investigatori, invece, il fatto di sangue e l’attentato precedente s’inquadrano in una guerra per il controllo dell’illecito. Pare che Marinelli, considerato un elemento emergente nel panorama criminale del versante orientale jonico, fosse intenzionato ad avere la supremazia sullo spaccio della droga. Da qui, sempre secondo la polizia, la guerra tra bande culminata con l’omicidio di sabato. Venza che da giovane ha avuto problemi con la giustizia per reati contro la persona e il patrimonio, sarà ascoltato probabilmente domani dal gip che dovrà convertire il fermo giudiziario in arresto. I particolari dell’operazione sono stati illustrati ieri in una conferenza stampa alla quale hanno reso parte il questore di Taranto, Enzo Mangini, il dirigente della Squadra mobile, Giuseppe Roberto Pititto, e il commissario di Grottaglie, Vincenzo Maruzzella (Nella foto di ieri). Il prefetto di Taranto, Claudio Sammartino, si è complimentato per la veloce risoluzione del caso.
Nazareno Dinoi sul Corriere del Mezzogiorno
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