Buone notizie sullo stato di salute del 22enne manduriano volato dal tetto di un capannone della zona industriale dove stava lavorando. Dalla rianimazione dove è ricoverato dal giorno dell’infortunio, il 20 gennaio scorso, hanno fatto sapere ai familiari che il giovane non è più collegato al respiratore e muove tutti gli arti. Ha anche riconquistato lo stato di coscienza ed è a tratti abbastanza vigile.
Non si hanno invece notizia circa l’inchiesta condotta dai carabinieri della stazione di Manduria e dei tecnici dello Spesal, il servizio sugli infortuni della Asl di Taranto i quali avrebbero rilevato difetti nella dotazione di strumenti antinfortunistici.
Il lavoratore che era alle dipendenze di un’impresa del posto ed era regolarmente assunto, si trovava sul tetto dell’opificio dove stava allestendo con altri colleghi l’impianto di condizionamento quando per cause ignote ha perso l’equilibrio precipitando nel vuoto. Dopo un volo di circa cinque metri ha battuto violentemente la testa al suolo. Soccorso dal 118 è stato trasferito in codice roso all’ospedale Santissima annunziata dove si trova tuttora.
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2 commenti
Bianco niente
gio 2 febbraio 2023 02:30 rispondi a Bianco nienteLa vergogna dei datori di lavoro che non garantiscono ai propri collaboratori i DPI necessari. È una vergogna e uno schifo! Tante volte sono ignoranti anche i lavoratori stessi che rifiutano i dispositivi di protezione. Il nord ha qualcosa da insegnarci a riguardo, partendo dalle aziende, che tutelano la sicurezza della propria forza lavoro e delle autorità comunali e non, che controllano con molta più frequenza i lavori e i lavoratori.
CD
gio 2 febbraio 2023 09:41 rispondi a CDNon basta essere assunti regolarmente la norma sulla sicurezza dice che dopo 2 metri di altezza bisogna avere la cintura di sicurezza.ed'essere imbracaiti.Ad un cavo di acciaio finché non si usano questi provvedimenti si avranno sempre questi infortuni.