Pietro Dimitri, il femminicida manduriano di 76 anni che ha confessato l’uccisione della sua compagna, Giuseppina Loredana Dinoi di 71 anni, avvenuta ad ottobre del 2021 nel piccolo appartamento della donna nel rione Barco, sarà processato con l’aggravante della crudeltà. Lo ha preannunciato ieri il pubblico ministero Remo Epifani in chiusura dell’udienza in Corte d’assise rinviata al 27 gennaio per l’indisponibilità di un giudice popolare. Diventa sempre più concreto quindi la condanna all’ergastolo per l’ex imprenditore edile in carcere dal giorno del delitto con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi ed ora anche cn l’aggravante della crudeltà.
Ininfluente, o quasi, ai fini dell’ipotetica condanna prevista dell’ergastolo, ma sicuramente un fardello per la difesa che dovrà impegnarsi di più per bilanciare il peso con le eventuali attenuanti in grado, perlomeno, di scongiurare il carcere a vita. Su questo saranno impegnati gli avvocati di Dimitri, Alessandro Scapati e Dario Blandamura che alla luce della nuova imputazione, nella prossima udienza del 27 potrebbero chiedere del tempo per modificare la linea difensiva già tracciata. Il processo si svolge con giudizio immediato e i il reato e i capi d'imputazione contestati, escludono la possibilità del rito abbreviato.
La decisione della pubblica accusa di inasprire il reato di omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà da sommare ai già contestati futili motivi, sembra essere la risposta alla descrizione dell’omicidio fatta dal perito della procura che mette in luce una ferocia dell’omicida davvero impressionante. La donna che ospitava l’uomo nel suo piccolo appartamento di edilizia popolare, è stata colpita per 55 volte con il taglierino in un arco temporale di circa quindici minuti «dalle quali – si legge -, si può ritenere che l'indagato non ha agito sotto l'impulso di un improvviso impeto, quanto invece per il probabile risentimento causato dal rifiuto della vittima di fornirgli denaro da spendere nelle scommesse essendo egli, per sua stessa ammissione, affetto da ludopatia». L’avvocato Lorenzo Bullo rappresenta invece le parti civili, tutte sorelle e fratelli della vittima.
Nazareno Dinoi
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