Pubblichiamo di seguito l'intervento del Centro antiviolenza "Rompiamo il silenzio" in merito alla pubblicazione dell’articolo “Io, vittima di violenza delusa e ignorata” comparso su La Voce di Manduria.
«Il Centro Antiviolenza “Rompiamo il Silenzio” nell’Ambito Territoriale di Manduria, rappresenta un punto di riferimento per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere. È il luogo dove le donne trovano uno spazio di ascolto e di sostegno concreto, nel rispetto della loro autonomia di scelta, della segretezza e dell’anonimato, attraverso una relazione significativa di aiuto con le operatrici.
Presso il Centro Antiviolenza operano professioniste qualificate che lavorano in équipe accompagnando le donne che ne fanno richiesta nel loro percorso di fuoriuscita della violenza. La presa in carico delle donne che hanno subito violenza nell’Ambito Territoriale di Manduria è avvenuta in totale trasparenza e nel rispetto delle peculiarità di ogni situazione e nel rispetto dei tempi delle donne che ne hanno fatto richiesta. Le situazioni di violenza a noi rappresentate da parte delle donne sono diverse e spesso afferiscono a situazioni multiproblematiche che prevedono una presa in carico integrata con i servizi territoriali competenti.
A questo proposito il Centro Antiviolenza Rompiamo il Silenzio si è reso promotore ed è da sempre componente attivo della rete antiviolenza territoriale e opera in raccordo con i servizi cui compete l’assistenza sociosanitaria, la protezione e la tutela, la prevenzione e la repressione dei reati, collaborando nella raccolta dei dati utili per monitorare, far emergere e comprendere il fenomeno della violenza di genere, al fine di rendere più efficaci gli interventi.
Nella storia da voi pubblicata emergono delle gravi accuse nei confronti dell’operato del Centro Antiviolenza Rompiamo il Silenzio e dei Servizi Sociali da parte di una donna che, in forma anonima, esprime un disagio secondo la sua versione dei fatti. La donna in questione a nostro parere ha esercitato un suo diritto, questo è sicuramente incontestabile. Ma data la portata dei fatti raccontati e la ricaduta che questi possono avere, sarebbe stato opportuno che la vostra testata avesse verificato i fatti prima della pubblicazione.
La tutela della privacy delle donne che hanno scelto di rivolgersi al Centro Antiviolenza e raccontare le loro storie e le violenze subite è un obbligo per noi irrinunciabile. Così come complessa è la presa in carico delle situazioni di violenza che quotidianamente ci ritroviamo ad accompagnare che rischia di essere banalizzata da una lettura approssimativa del fenomeno e delle singole situazioni. Perciò riteniamo che quanto da voi riferito nell’articolo del 10 novembre 2022 non apporti un adeguato sostegno alla causa della donna e abbia gettato un velo d’ombra sul nostro operato e su quello dei Servizi Sociali, come già manifestato, in assenza di verifica dei fatti.
Nel rispetto della libertà di stampa che noi difendiamo come tutti gli altri diritti, si precisa che non può in questa sede valutarsi l’operato del centro antiviolenza e dei servizi sociali, poiché non si può entrare nel merito dei fatti oggetto della vicenda raccontata per contraddire quanto affermato dalla donna in questione, poiché nonostante la critica ricevuta a mezzo stampa, il CAV continuerà a tutelare la privacy anche di quella donna che si è sentita abbandonata affinché tutte le donne che decideranno di avere accesso al Centro Antiviolenza sappiano che la loro privacy sarà sempre tutelata anche in situazioni come questa, in cui vengono utilizzate valutazioni personali di una singola donna che screditano l’operato del centro antiviolenza.
Alla donna che attraverso il vostro articolo ha espresso di sentirsi delusa e ignorata sia dal Centro Antiviolenza che dai Servizi Sociali, possiamo solo ribadire che i canali per entrare in comunicazione
con noi sono stati e continuano a essere sempre aperti per accogliere le richieste che afferiscono al nostro mandato che è esclusivamente di accompagnare le donne nel loro percorso di autodeterminazione verso la fuoriuscita dalla violenza; attraverso l’ascolto, il sostegno psicologico mirato alla consapevolizzazione ed elaborazione del vissuto di violenza e la consulenza legale mirata alla consapevolizzazione dei diritti e la tutela delle donne che subiscono violenza. Centro Rompiamo il silenzio».
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1 commento
Dinoi marco
mar 15 novembre 2022 08:34 rispondi a Dinoi marcoCon la scusa della privacy, si evita mostrare la realtà del problema tante volte