A proposito del progetto presentato dal Comune di Manduria per la riqualificazione dell’impianto di captazione realizzato sul fiume Chidro e mai entrato in funzione.
Letto il titolo dell’articolo, “Via l’ecomostro dal Chidro”, direi: ecomostro che va, ecomostro che viene. Io penso che se si riuscisse a ripulire la zona senza fare altro (riportandola solo al suo stato naturale di una volta) sarebbe un miracolo, ma i miracoli dell’uomo non sono come quelli divini. I miracoli dell’uomo nascondono sempre interessi particolari.
Da queste parti non riescono a far decollare un parco archeologico e pensano di creare altre cose, da far gestire ai soliti privati.
Solo che i privati evitano il parco archeologico perché passivo, mentre quest’altra cosa potrebbe essere redditizia. Ma poiché le cose manduriane sono come i tempi biblici e mutevoli, forse possiamo stare tranquilli.
L’altro giorno, per esigenze particolari, sono ritornato, dopo 25 anni e passa, sulla litoranea nei pressi della Salina, dove prima c’era la strada ho visto un muretto e un box di legno, tra box e muretto una montagna di spazzatura di tutti i tipi e tutt’intorno più o meno la stessa cosa; qualche palizzata qua e là che metteva tristezza a guardarla.
Se si fa una cosa e poi non la si può gestire, meglio non farla. Le cose manduriane iniziano sempre dalla parte sbagliata. E’ vero che siamo dei rompiscatole, che ci lamentiamo sempre, ma non è forse vero che tutto quello che il popolo dice poi si avvera?
Carlo Smohalla
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