Avevo promesso a me stessa, molti anni fa, che non avrei soffiato sulle mie trenta candeline senza aver messo qualche punto fermo che fosse un figlio o una relazione duratura. Naturalmente non è andata così. Avrei dovuto avere la saggezza di capire che quel genere di promesse non si fanno. Men che meno a se stessi. In barba a quell’impegno, proprio lo scoccare dei trenta generò cambiamenti rivoluzionari sotto ogni punto di vista. E poi, così, di quel proposito mi sono disfatta, l’ho sepolto in qualche angolo, l’ho infine dimenticato. Non sono cresciuta con l’idea che un figlio o una relazione stabile siano necessari, anzi.
La scrittura mi ha sempre salvata, e mi sono detta dopo una settimana di pensieri irrazionali: scrivi.
Una candelina per trentasei anni, soffiata su una pancia ingombrante, mi ha fatto sorridere tanto di me stessa e dei miei rigidi schemi andati all’aria. Come ho detto spesso, aspettare una figlia è uno spazio temporale a forma di varco. Ci arrivi come sei e ti metti a nudo completamente, metti fuori il meglio e il peggio, un giorno la felicità, un giorno la paura e quasi il rifiuto per non sentirti all’altezza. E del resto, è quello che mi è successo quando ho incontrato il padre di questa irrequieta bambina, sono finita davanti a uno specchio e ho visto bene chi sono. Loro due si somigliano molto nel mio cuore.
Scrivo lunghissime lettere nella mia mente a questa bimba, che non ho avuto l’energia di mettere su carta, come mi ero immaginata tante volte, nei vuoti di sonno notturni mi porto la lucida consapevolezza che qualunque promessa io possa farle oggi potrebbe tradirmi e che vorrei darle una famiglia unita, un futuro sereno, una madre sorridente. Ma cadrei in fallo un’altra volta, non posso inchiodarmi e inchiodarci in uno schema.
E allora mentre soffiavo su quella candelina due giorni fa, non ho promesso ma ho desiderato. Di portarle in dono chi sono stata, di garantirle l’autenticità di chi sarò e di mettere sopra ad ogni cosa un fattore che sembrerebbe banale ma non lo è affatto: l’amore incondizionato. Per l’uomo che è suo padre e non solo perché è il mio compagno, per me stessa, per la sua famiglia, per lei.
Jessica Niglio
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.