Era nato all’estrema periferia di Manduria, dove non c’erano che porte fatte con assi di carpenteria all’uscio. La mamma lo mandava spesso a raccogliere verdure selvatiche o quanto la natura offriva, però lui era contento di quella misera ricchezza. Crescendo, si accorse che gli altri avevano il motorino e lui no, perché ci volevano i soldi. Davanti a lui aveva tante strade da tentare e ne imboccò una qualsiasi, che gli permettesse di vivere bene, ma onestamente. Si accorse subito di quanto marcio c’era su quella strada e ne imboccò un’altra. Ne avrebbe imboccate ancora tantissime, sotto lo sguardo critico, attento e cattivo di quei manduriani che non avevano saputo dirigere la propria vita e volevano indirizzare la sua. Quando non gli rimase che un’ultima strada, imparò a non dare peso alle parole di chi non aveva altro da fare che sparlare su tutto e su tutti. Era una strada difficile da percorrere, ma era possibile arrivare a un traguardo di cui lui non si era accorto prima. Alla fine di quella strada c’era la morte ad aspettarlo? Pazienza!
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.