Si continua a smontare il sistema ospedaliero della provincia di Taranto. Il pertinace Emiliano, ormai opera con la mannaia sulla sanità ionica, destrutturandone l’intera rete.
Dopo due anni finalmente, anche i sindaci, i consiglieri regionali, i sindacati e i movimenti, stanno prendendo consapevolezza che il piano di riordino ospedaliero va rivisto e che l’attesa del San Cataldo rappresenta una panacea fittizia. Ora, toccherebbe alla conferenza dei sindaci chiudere il cerchio, chiedendo formalmente alla Regione la revisione del piano.
Quello di Manduria (prevista chiusura di Utic e nefrologia, NdR), è solo l’ultimo in termini di tempo. In questi due anni la Regione Puglia, attraverso la dirigenza dell’Asl di Taranto ha chiuso i pronto soccorsi del Moscati di Statte e del San Marco di Grottaglie; i reparti di cardiologia degli stessi ospedali; il punto nascita di Grottaglie; ha degradato il presidio ospedaliero occidentale di Castellaneta, se bene sia ospedale di primo livello; ed ora Manduria. Il tutto, non tenendo conto che Taranto e la sua provincia, rientrano in quella che è stata definita “Area di crisi sanitaria”. Intanto, sul bollettino ufficiale della Regione Puglia dell’8 febbraio 2018, si attribuiscono al presidio ospedaliero di Ostuni (Asl di Brindisi) 10 nuovi posti letto destinati alla divisione di Medicina interna, che passa da 22 a 32 posti.
Caro presidente Emiliano, ci piacerebbe che lei diventasse condiscendente nell’ascoltare le richieste della comunità ionica. Cosa la spinge, invece, in questo comportamento determinato più da ostinazione che da convinzione e perciò pertinace? Venga a Taranto non per parlare, ma per ascoltare e metta da parte il suo staff di manager contabili da spending review della sanità pubblica.
On Ludovico Vico
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