Manduria è quello strano paese in cui ci si lamenta di tutto, ma solo quando nessuno ci sente.
Ci si lamenta di non arrivare a fine mese, ma la colpa non è nostra che vogliamo andare ogni sabato in pizzeria! La colpa è del vicino, che fa dieci mestieri, pur di portare avanti dignitosamente la sua famiglia.
Diciamo che non andremo a votare, ma diciamo anche che “se il politico mi fa quel favore…”
Ci lamentiamo delle file, ma cerchiamo di non rispettarle mai, sia alla cassa del supermercato che negli uffici.
Ci si lamenta del traffico caotico, ma si parcheggia un poco a cazzo, perché “a ggia stari soltantu nnu secondu!”
Si occupano i posti parcheggio riservati agli invalidi perché “puru iu tegnu diritti! E puei, cce ie colpa mia ci unu ie invalidu?” Non ci si lamenta delle strade al buio perché “nanzi casa mia stai la luci! E ieri onnu puru ripizzatu li buchi ti l’asfaltu”.
Ci guardiamo intorno cercando a chi rivolgerci per farci togliere le castagne dal fuoco, ma che non si faccia il nostro nome, perché “non si sa mai”.
Andiamo a trascorrere le serate nei paesi limitrofi, poi ci lamentiamo che a Manduria chiudono i cinema e i contenitori culturali.
Che dire infine? Il problema di Manduria sono i manduriani, che si lamentano sempre ma non vogliono cambiare.
Un paese di più di trentamila abitanti dovrebbe essere l’invidia dei paesi vicini ma ne sta diventando sempre di più la barzelletta (Vedi vicende sulla Fiera Pessima).
Mimmo Olivieri
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