Stamattina, mentre attraversavo col mio trattore il mio bel paesello per raggiungere la mia amata terra, mi sono accorta, passando davanti ad un bar, che alcuni ragazzini abbandonati sulle loro macchine nuove e fiammanti, mi guardavano, facevano battute e ridevano tra loro, evidentemente canzonando me e il mio trattore.
Non ho provato rabbia, né mi sono arrabbiata, ma gli ho sorriso provando pena. Si, pena per loro. E ho sperato e spero che i loro genitori e nonni siano perpetui così li potranno mantenere e lodare (solo loro), e permettergli di essere la croce di chi, quotidianamente, lavora onestamente. Prosit ai loro familiari, altrimenti sono cavoli nostri.
AnnaLù DiGiovanni D'Adamo
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