La quinta elementare era finita e quasi tutti i bambini ebbero in dono il cellulare. Nino invece volle una bicicletta. Con quella andava a trovare il papà nei campi, e da lui imparava come si porta avanti un vigneto. Papà non gli faceva guidare la fresa, ma lui, con una piccola zappa, toglieva le erbacce che la fresa non toglieva. A casa si divertiva un poco con i cartoni animati, come i bambini della sua età, e poi si buttava sulla lezione del giorno dopo. A volte gli rimaneva tempo e andava anche lui ai ritrovi dei suoi coetanei. Ci trovava ragazzi dall’intelligenza svelta e pronta, ma quanti somari: quanti! Gli parlavano dell’ultimo tipo di spinello che avevano provato. Gli dicevano che era uno sballo. Non gli dicevano quale utilità ne avesse: non ce n’era. Dall’orologio che gli aveva regalato il nonno vedeva che era ora di rientrare. Per il papà era un valore che fossero tutti a tavola. Dopo poteva uscire ancora se avesse voluto, ma lui aveva tanto da fare per migliorare il suo rendimento scolastico, anche senza avere un cellulare.
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