Il progetto dell’Aqp non piace al comitato dei residenti e al M5s. Il giallo del primo piano che prevedeva la vasca di sollevamento liquami in tutt’altra zona: sparito all’improvviso. Invocato l’intervento della magistratura
Dopo Torre Guaceto, l’oasi naturalistica protetta dal Wwf, tocca al Pilone: anche sull’ultima spiaggia libera rimasta su questa porzione della costa di Ostuni, l’Acquedotto pugliese si accinge a costruire un depuratore. A nulla sono valse le proteste del consorzio dei residenti che da quasi tre anni lotta per opporsi al progetto. Oggi ci provano anche i grillini, schierati sul fronte del no e pronti a presentare una interrogazione al presidente della Regione Michele Emiliano, firmata dai consiglieri salentini Cristian Casili e Gianluca Bozzetti.
Nel frattempo non è escluso che a stoppare l’opera arrivi la magistratura, visto che a fine ottobre i carabinieri del Noe hanno acquisito in Comune tutta la documentazione relativa al primo progetto depositato nel 2005, l’opera avrebbe dovuto sorgere in tutt’altro sito e con impatto ambientale assai meno devastante, ma la documentazione prodotta dieci anni fa a un certo punto è sparita nel nulla, rimpiazzata dal progetto della discordia.
L’impianto contestato dovrebbe essere costruito a poco più di una cinquantina di metri dall’antica Torre San Leonardo, circostanza che non ha frenato il parere positivo della conferenza dei servizi indetta dalla Regione negli anni scorsi. Il progetto dell’Aqp prevede la canalizzazione fognaria di tutta la costa nord di Ostuni verso una vasca di sollevamento che sarà realizzata sulla spiaggia del Pilone, raccogliendo i liquami di Diana Marina, Monticelli, Rosa Marina, Cala, Pilone I, Camping e Pilone II, per poi tornare indietro verso la vasca di sollevamento di Villanova.
Secondo il consorzio dei residenti e i grillini, si tratta di una beffa non solo perché impedirà la balneazione sull’unica spiaggia libera rimasta in zona, quanto perché l’impianto sarebbe in una posizione assai più alta di quella utile a canalizzare le acque reflue del litorale. “Noi stiamo facendo da tempo un discorso tecnico- scientifico-spiega il presidente del consorzio, il meteorologo Vitantonio Laricchia-è una battaglia che va avanti da due-tre anni, abbiamo presentato a nostre spese un progetto alternativo, firmato dall’ingegnere Primo Stasi, in cui non solo segnaliamo siti alternativi che assai meglio servirebbero allo scopo, ma che consentirebbero anche un risparmio di circa 300mila euro”.
Comunque i lavori sono sospesi al “Pilone”, mentre a Manduria, sembra che continueranno! Sarà Vero?
Antonio Curri
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