Giovedì, 25 Aprile 2024

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I pedoni (sulle strisce) non sempre hanno ragione, parola di vigilessa

I pedoni (sulle strisce) non sempre hanno ragione, parola di vigilessa I pedoni (sulle strisce) non sempre hanno ragione, parola di vigilessa | © n.c.

E’ accaduto uno spiacevole episodio che mi ha lascato tanta amarezza e motivo di riflessione. Ieri mattina mentre accompagnavo mio figlio a scuola, sotto la pioggia, ed attraversavamo le strisce pedonali, un automobilista “illuminato” ha sorpassato le auto in fila davanti a lui svoltando con gran foga a sinistra proprio sulle strisce pedonali che io e mio figlio (c’era anche il mio cane al guinzaglio) stavamo attraversando. C’è mancato davvero poco che non ci investisse, con estrema galanteria, invece di scusarsi per sua sprovvedutezza, mi intimava di sgombrare immediatamente la strada. Spaventata ed allibita per l’accaduto, cercavo con lo sguardo la vigilessa affinché intervenisse con il suo “normale” ruolo, di dirigere il traffico (era lì apposta!) Ma, ahimè, la vigilessa incurante del traffico che nel frattempo si era bloccato e ancora meno incurante di quello che sarebbe potuto accadere a me, mio figlio e il cane, se ne stava sul marciapiede a chiacchierare amabilmente con un suo collega non in servizio. A questo punto, scandalizzata, mi sono rivolta alla pseudo tutelante dei pedoni e della scorrevole circolazione del traffico, dicendole di essere attenta al proprio lavoro e non fare la “bella statuina”. Entrato mio figlio in classe, ritornavo alla mia automobile e mi accorgevo che il vigile non in servizio mi seguiva con la sua auto percorrendo per ben due volte viale Mancini e fissandomi negli occhi.. Il bello deve ancora venire. All’uscita di scuola, la cara vigilessa mi ferma sul marciapiede, abbandonando il centro strada suo posto di lavoro per dirigere il traffico, (quindi recidiva) usando queste testuali parole “Signora, se si permette di nuovo a dire belle statuine, poi vediamo che succede”. Facendole notare che forse il nostro angelo custode ha impedito che venissimo investiti, lei, alzando notevolmente la voce ed a tratti urlando, mi dice che, comunque non siamo stati investi (peccato?) e che non sempre i pedoni hanno ragione. Arriva immediatamente il famoso collega non in servizio chiedendomi se avessi qualche problema. Nel frattempo vi lascio immaginare il traffico i bambini che attraversano la strada senza alcun controllo, auto che suonano il clacson. Ora, lasciando perdere l’opinabile affermazione che i pedoni non hanno sempre ragione (noi comunque eravamo sulle strisce pedonali) è mail possibile che una divisa autorizzi alcuni ad alzare la voce, inseguire le persone per vedere che macchina chissà per quali scopi e, cosa ancora più grave, per motivi personali non svolgere il proprio lavoro in un momento delicato come quello dell’uscita da scuola dei bambini? Per fortuna altri colleghi dei due simpatici vigili svolgono in modo serio il loro lavoro (sono pochissimi però), e mi viene in mente una famosa frase detta dal grande totò “Lei non sa chi sono io”.

Paola Mero

Pubblichiamo per intero il racconto della signora Paola Mero offrendo sin d’ora, se lo vorranno, altrettanto spazio agli agenti di polizia urbana per la loro versione.

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