Il post dell'avvocato Luigi Adami riportato ieri sulla Voce di Manduria mi ha fatto tornare alla mente un commento che feci tempo fa sullo stesso giornale. Allora si trattava di gattini: "Ma che razza di società abbiamo costruito? Esiste una scala di valori? Cosa ci porta ad avere tanta cura degli animali e a dimenticare i nostri simili?" In questo articolo le cure spropositate nei confronti dei gattini e in altro articolo, sempre su questo giornale, la notizia del senzatetto che si aggira per Manduria. Le stesse persone che tanto, ma tanto, amano gli animali perchè non prestano le stesse cure ai propri simili? E' da mesi che leggo di canili e ora di "gattili" e, negli anni, le mie orecchie hanno dovuto subire corbellerie come "il cane di quartiere". Ma non mi risulta che qualcuno di questi "animalisti" si sia prodigato mai, più di tanto, per il prossimo suo. Anzi li vedo sempre agguerriti e se non sono violenti nei modi lo sono nel linguaggio. La ragione ha, a mio avviso, ragioni psicologiche neanche tanto profonde: gli animali (almeno i mammiferi) sanno essere riconoscenti, mentre gli uomini spesso non lo sono. ed è qui che sta il punto, non di vera bontà si tratta ma di una prestazione a cui corrisponde un corrispettivo affettivo, che non ha nulla a che fare appunto con la bontà e il vivere civile, tantomeno con lo spirito di Carità Cristiana che ci dovrebbe portare a non aspettarci nulla in cambio, neanche un grazie, del bene che facciamo. E' allora evidente che questo costo di bisogno compulsivo di pochi che, dipendesse da me, non sarei disposto a subire e soprattutto a pagare? Sarò libero di vedere le strade pulite? Sarò libero di non dover vedere cani enormi che si aggirano indisturbati per le strade del paese? Quella grassa signora che passeggia col suo grasso e scagazzante cane nei pressi di casa mia, cos'è, una persona, una animalista o semplicemente una sporcacciona? Ah saperlo!"
Gregorio Pignataro
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