Una strage che ha scosso l’intera comunità di Sava e i colleghi del militare che subito dopo il triplice omicidio raccolsero la telefonata dell’omicida un attimo prima che si esplodesse il colpo sotto il volto con l’intento di farla finita. Il movente, si saprà dopo, sarebbe stato legato ad interessi di natura economica per una eredità divisa male tra lui e la sorella. L’unico sopravvissuto di quella follia è il figlio undicenne della coppia uccisa che fortunatamente quel giorno era ancora a scuola. Ora il minore si trova a casa di alcuni parenti, parte civile nel processo assistiti dall’avvocato Franz Pesare.
L’episodio, indimenticabile per l’efferatezza e il contesto, ha segnato per sempre i ricordi dei savesi e di chi ha assistito alle scene della carneficina. Le tre vittime per terra, due in cucina, la terza in un disimpegno vicino, mentre l’omicida in giardino con la ferita sanguinante al volto. Trasferito al pronto soccorso di Manduria e poi nel reparto maxillofacciale del Policlinico, si riprenderà dopo diversi giorni dicendo in un primo momento di non ricordare niente. Tre famiglie distrutte, quella del cognato, sella sorella e la sua, in pochi secondi di follia che ora dovranno trovare una interpretazione in tribunale. Il rito alternativo scelto dall’imputato gli consenti, in caso di condanna, uno sconto di pena di un terzo degli anni previsti per il reato. L’avvocato Bullo ha prodotto la registrazione di un video di sorveglianza di una macelleria dove il carabiniere si era recato poco prima l’omicidio per fare degli acquisti. In quelle immagini il maresciallo sarebbe apparso sereno.
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