Nel rimettere la delega assessorile alla sviluppo economico, Michele Mazzarano (Pd) si è dichiarato «vittima di estorsione», ha accusato il suo accusatore di perseguitarlo da tre anni e ha annunciato di avere presentato un esposto querela nei suoi confronti. Ma sull’intera vicenda, con particolare riferimento alle ipotesi di voto di scambio, intende vederci chiaro la Procura di Taranto, che ha commissionato agli investigatori della Digos gli opportuni accertamenti, al fine di valutare l’eventuale apertura di un fascicolo. Parallelamente si sono mossi anche i carabinieri del capoluogo ionico, su disposizione del Comando regionale dell’Arma. Fari puntati, dunque, nei prossimi giorni, sul Palazzo di Giustizia, per comprendere la piega e gli sviluppi di una vicenda che al momento è costata, a Mazzarano, a distanza di 8 mesi dal suo insediamento nella stanza dei bottoni della Regione, la carica assessorile.
Al centro del “caso”, narrato in un servizio mandato in onda da “Strisca la Notizia”, il pagamento di un locale in campagna elettorale in cambio di due posti di lavoro. I fatti risalirebbero all’elezione alle regionali del 2015 di Mazzarano. «Io presi un locale a Taranto per Mazzarano e lui - racconta il testimone che nel servizio di Striscia è ripreso di spalle e incappucciato - mi fece una proposta: faccio entrare i tuoi figli nell’azienda Asl o qualche altra azienda e tu ti paghi il negozio». Inoltre il cittadino spiega a Striscia di aver ottenuto per uno solo dei suoi figli il posto di lavoro, a tempo determinato, in un’azienda che lavora con l’Ilva, e di aver così richiesto tramite un avvocato i soldi dell’affitto spesi per il locale elettorale.
A seguito della mancata assunzione del secondo figlio, come emerge dall’audio registrato di un incontro tra assessore e cittadino diffuso da Striscia, Mazzarano si impegnerebbe: «Te lo sistemo, dammi tempo, l’altro – le parole - l’ho sistemato o no. Statevi calmi e risolviamo il problema». Secondo quanto riportato da “Striscia la Notizia” per Mazzarano si sarebbe trattato di un atto estorsivo da lui subito ed i carabinieri avrebbero ascoltato tutta la conversazione. Sul punto però, l’inviato di Striscia, ha fatto ascoltare a Mazzarano altri stralci dell’incontro in cui direbbe «all’Ilva, dove sta lui, due ne ho fatti entrare» e «quando io e te non ci conoscevamo, io ne ho messe 8 di persone, tutte in una volta».
Altro aspetto sul quale gli investigatori sono chiamati a fare luce, è quello emerso dalle parole dello stesso assessore dimissionario. Mazzarano, nell’intervista rilasciata giovedì scorso al “Nuovo Quotidiano”, parla di «una regia che sta a Taranto» e di «politici che hanno orchestrato tutto». Per poi spiegare la sua verità sui fatti al centro della bufera: «Una persona si presentò a me prima delle elezioni regionali sostenendo di essere un elettore di centrosinistra vicino ad un consigliere di Taranto e mi offrì, per qusto motivo, gratuitamente un locale che era libero. Non mi chiese a, non si parlò mai di affitto da pagare. Né promise qualcosa».
E aggiunge: «Due anni e mezzo dopo mi arrivano due email, una – guarda caso – subito dopo essere diventato assessore. Mi vengono chiesti 16mila euro per il fitto del locale. Se avessi saputo prima la cifra non avrei mai accettato. Sin qui le posizioni. Tutto materiale al vaglio degli investigatori.
Nicola Quaranta su Quotidiano di Taranto.
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