Venerdì, 29 Marzo 2024

Politica

Dopo il «congresso ambulante» celebrato l’altro ieri, si registrano le reazioni dei protagonisti. Il primo a parlare è Amleto Della Rocca che lascia da solo, in questa situazione, il suo compagno Mario D’Oria.

Della Rocca, Cascarano e D’Oria, i protagonisti della brutta pagina del congresso

Pd diviso Pd diviso | © La Voce di Manduria

E’ bufera ne Pd manduriano. Dopo il «congresso ambulante» celebrato l’altro ieri, si registrano le reazioni dei protagonisti. Il primo a parlare è Amleto Della Rocca che lascia da solo, in questa situazione, il suo compagno Mario D’Oria.

Amleto Della Rocca

«Personalmente – scrive l’ex assessore Pd in un comunicato stampa diffuso ieri - non rappresento nessuna area e prendo le distanze da chi, nella serata di ieri, ha assecondato la commissione provinciale nel far celebrare, a tutti i costi, il congresso a Manduria; volutamente non mi sono recato al seggio per votare – aggiunge Della Rocca - e bene hanno fatto Maria Grazia Cascarano, Gregorio Trombacca e Leonardo Notarnicola (che avevamo individuato per ricoprire i ruoli di segretario cittadino e coordinatori di circolo) a disertare tale increscioso appuntamento sia a Manduria che a Uggiano».

Secondo Della Rocca «il congresso cittadino di Manduria non doveva celebrarsi, come peraltro richiesto dai rappresentanti delle due mozioni nei giorni precedenti e anche nella stessa giornata di ieri. Non vi erano motivazioni politiche o strumentali – aggiunge - ma solo una richiesta di rinvio di 48 ore per motivi tecnici e logistici (impraticabilità della sede dove si sarebbe dovuto svolgere il congresso), di cui anche io mi ero fatto portavoce».

Le responsabilità di tutto, secondo l’esponente politico che sino alla vigilia del congresso si dichiarava parte della mozione renziana in contrapposizione con quella emilianana rappresentata da Maria Grazia Cascarano, sono tutte da addebitare agli organi provinciali del partito. «l livelli provinciali – scrive l’ex assessore nella sua nota - non ci hanno consentito di fare questo e ora ci ritroviamo a dover commentare l’ennesima “opera d’arte” della politica tarantina». Questo atteggiamento dei livelli provinciali del partito, quelli che appoggiano la candidatura di Giampiero Mancarelli, «ha imposto – secondo Della Rocca - la celebrazione di un congresso a dir poco vergognoso, nella forma e nella sostanza, per un partito come il PD».Nessun dubbio circa gli effetti di questo “incidente”. «Per quanto mi riguarda – fa sapere Della Rocca - gli eletti all’assemblea provinciale del Partito Democratico di Taranto non potranno fregiarsi del titolo di rappresentanti di questo territorio, visto il “teatrino dell’assurdo” da cui è scaturita la loro elezione».


Maria Grazia Cascarano

«Povero partito democratico, finito a fare un congresso in una proprietà privata che attira 89 tesserati su un elenco di oltre 500 iscritti; fortunatamente il blitz non è andato a segno». Mariagrazia Cascarano è delusa e arrabbiata. «E’ stato un congresso farsa contro cui presenteremo ricorso agli organismi di controllo regionali e nazionali» dice prima di illustrare la sua posizione nell’assurda vicenda che ha visto la celebrazione di un congresso cittadino a dir poco insolito con una sede trovata chiusa, una commissione che apre i lavori congressuali per strada e che viene fatta sloggiare dalla polizia e infine che procede con le votazioni nell’androne di uno stabile preso in prestito.

«Sino al giorno stesso si sapeva che il congresso non si sarebbe fatto perché la commissione regionale di garanzia ci aveva fatto spere che la certificazione anagrafica degli iscritti della provincia di Taranto non era stata ancora validata e che pertanto ci chiedeva di spostare di qualche giorno i lavori congressuali». Di questo, spiega sempre Cascarano, sarebbero stati informati tutti e tutti quanti avevano accettato il rinvio, compreso Mario D’Oria. «Per questo sia io che Gregorio Trombacca e Leonardo Notarnicola abbiamo ritirato le nostre candidature», spiega Cascarano convinta di essere stata ingannata. «Hanno approfittato di questo per organizzare il colpo di mano con risultati davvero sconfortanti anche per loro avendo portato al voto nemmeno 100 iscritti su oltre 500 tesserati». La candidata alla segreteria cittadina del partito che alla vigilia era riuscita ad ottenere l’unitarietà delle nomina, non si ferma alle parole. E chiude con un affondo. «Se il congresso fosse stato fatto con le regole democratiche – dice – i delegati a favore del mio candidato alla segreteria provincia (Gianfranco Lopane, ndr), sarebbero stati 7 e solo uno per Mancarelli perché io ho i numeri e di questo gli altri hanno avuto paura». Infine lo sconforto. «Peccato – conclude - avevo fatto tutto il possibile per avere un partito lontano dalle discussioni provinciali, ma quando la malattia è grave, la cura non esiste».


Mario D’Oria

L’ex consigliere Mario D’Oria, sicuramente in forte imbarazzo in questa delicata fase, mette le mani avanti e dichiara: «Non sono certo io la controparte di Mariagrazia Cascarano; chi ha deciso di far svolgere il congresso – dice - sono stati gli organi direttivi provinciali del Partito democratico». Cercando di tirarsi fuori dalla polemica, il referente manduriano del candidato alla presidenza provinciale, Giampiero Mancarelli, risponde così alle accuse di aver fatto parte del presunto complotto. «Se Cascarano ha da muovere rimostranze – aggiunge - lo facesse nei loro confronti e non certo a me, io mi sono soltanto attenuto a quanto comunicato ufficialmente dalla commissione provinciale che, appunto, confermava lo svolgimento del congresso e la sua regolarità». Mostrandosi disposto comunque al dialogo qualora dovessero invalidare l’esito del congresso dell’altro ieri, ma senza rinunciare all’ipotesi contraria, l’esponente Pd espone così la sua posizione finale. «In merito alla paventata ipotesi di presentare ricorso – spiega – dico che se il congresso verrà invalidato dagli organismi competenti, a questio, non sono stato certo io l’artefice o chi ha deciso il suo svolgimento ed accetterò di buon grado qualsiasi decisone dovesse essere presa in merito».

(Nazareno Dinoi)

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5 commenti

  • Giuseppe Dinoi
    gio 19 ottobre 2017 10:03 rispondi a Giuseppe Dinoi

    Adesso si fanno le scarpe tra do loro. Ridicoli

  • Alessandro il grande
    gio 19 ottobre 2017 11:58 rispondi a Alessandro il grande

    Ma perché non se ne vanno a casa sempre gli stessi..e cosa hanno fatto fino adesso..niente andate a casa.

  • Francesco Dinoi
    mer 18 ottobre 2017 07:24 rispondi a Francesco Dinoi

    Prima compari di partito è adesso comunicati contro!!! Coerenza ZERO

  • NlNO FiLOTiCO
    mer 18 ottobre 2017 08:56 rispondi a NlNO FiLOTiCO

    Se posso dare un consiglio al PD manduriano, mettete in programma di fare un referendum per cambiare provincia, il consenso c'è -ed è plebiscitario- vincete le elezioni, e liberatevi (ci) dai politicanti tarantini. Ce l'avete il fegato? Perché veramente a leggere di queste cose surreali, la prima cosa che si pensa è che anzichè avere un ruolo di rilievo nel panorama salentino, siamo l'ultima propaggine della parte più arretrata della Puglia.

  • giovanni
    mer 18 ottobre 2017 06:56 rispondi a giovanni

    Bisogna fare i complimenti a tutti quelli del PD di Manduria per tanti fatti a cominciare dal numero degli iscritti che nemmeno il PCI e la DC erano mai riusciti ad avere. Poi l'assurdo dell'idea proprietaria degli iscritti " i miei o i tuoi". Infine la strvagante modalità e di applicazione delle regole e l'accanimento nella difesa dell'orticello degno di miglior causa.

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