«In casa mia sono entrati tre angeli che mi hanno ridato la forza di ricominciare». Lo dice con convinzione Valentina Iunco, la manduriana laureanda in giurisprudenza, disabile in carrozzina, che aveva deciso di lasciare gli studi poco prima del traguardo perché nessun avvocato della sua città può prenderla come tirocinante per via delle barriere architettoniche che impediscono l’accesso con la sua sedia a rotelle. L’appello di Valentina, due esami prima della tesi e un libretto personale pieno di voti altissimi, è stato colto dall’associazione dei giovani avvocati della provincia di Taranto, l’Aiga, il cui presidente Pierantonio Ruggiero con altri due componenti del direttivo, Maria Antonietta D’Elia e Mimmo Lardiello, è andato a trovarla nella casa dove vive a Manduria per sostenerla, intanto moralmente, e poi anche durante il suo futuro di neolaureata con la toga. I tre avvocati, ognuno specializzato in differenti branche, hanno ascoltato a lungo la studentessa che li ha accolti con il solito sorriso e tanta speranza. «I miei angeli – racconta la trentacinquenne nata con una sindrome che sin da bambina l’ha costretta a muoversi in carrozzina -, mi hanno promesso che non mi lasceranno da sola, che mi aiuteranno a superare gli ultimi due esami che mi sono rimasti e che mi porteranno con loro nel tribunale per vedere come si svolgono le udienze». Un impegno preso dal presidente Ruggiero alla presenza della madre e del fratello di Valentina che come lei, per la stessa sindrome, ha una mobilità ridotta.I tre avvocati dell’Aiga hanno ascoltato con interesse e con un certo imbarazzo l’odissea di Valentina che per studiare ha dovuto superare ostacoli che per comprenderne la gravità bisogna toccarli con mano. La mamma di Valentina ha raccontato degli sforzi che ha fatto per accompagnarla all’Università di Taranto, per le lezioni da seguire, con la sua macchina perché non esistono mezzi pubblici attrezzati. Di quante attese dietro la porta, con l’ansia, ogni volta che la figlia doveva affrontare l’esame. E di quella volta in cui la trovò in lacrime perché uno dei suoi docenti, ora in pensione, le urlò dicendo che lei non avrebbe mai fatto l’avvocato.
Tra delusioni e lunghe pause per ragioni di salute, la trentacinquenne aspirante avvocatessa è arrivata alla soglia della laurea quando si è trovata di fronte l’ennesimo ostacolo: nessun avvocato della sua città poteva prenderla nel suo studio per fare tirocinio. «Allora lascio tutto, non voglio fare cose diverse da chi non ha i miei problemi», aveva detto Valentina a sua madre pronta a farsi carico dell’ennesima delusione della figlia che aveva deciso di mollare. Poi la notizia sul giornale, qualcuno che si accorge di lei ed ecco l’interessamento dell’Aiga di Taranto che si è impegnata anche a trovare una soluzione per il praticantato dopo la laurea. Ora Valentina riprenderà gli studi e continuerà a sorridere perché la sua malattia le impedisce tante cose ma non di sognare. «Non voglio laurearmi e basta – dice – voglio diventare una brava avvocatessa per aiutare quelli come me».
Nazareno Dinoi su Quotidiano
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