In burocratese viene definita “richiesta di integrazione di documentazione di supporto”. Di fatto quella dei revisori dei conti del comune di Manduria, che hanno per il momento stoppato una importante delibera, è la prima “bacchettata” sulle mani dei tre esperti commissari inviati dal Ministero per ripulire la macchina amministrativa infiltrata dalla mafia. La proposta di deliberazione in questione è quella del riordino della forza lavoro con un nuovo piano delle assunzioni di personale per il triennio 2018-2020.
L’idea dei tre commissari è quella di aggiungere in organico tre figure dirigenziali di ruolo che mancano dalla pianta organica in vigore. A quanto pare, però, i desideri dei tre commissari non andrebbero d’accordo con la normativa di riferimento che imporrebbe, invece, altre scelte. Se ne sarebbero accorti i componenti del Collegio dei revisori dei conti che nell’esprimere un parere alla proposta di deliberazione, hanno espresso diversi dubbi. Il primo riguarda le modalità di assunzione dei dirigenti che la delibera che si vorrebbe approvare non specifica se si dovrà procedere con mobilità volontaria, avviso pubblico articolo 110 o tramite concorso. «Solo dopo aver conosciuto la tipologia di reclutamento – scrivono giustamente i revisori de conti – si potrà esprimere un parere».
Ancora più clamorosa l’altra lacuna evidenziata dal collegio contabile: la copertura finanziaria. Per i revisori, insomma, queste assunzioni farebbero superare il tetto di spesa per il personale violando così la legge in vigore. Un altro punto che i contabili dell’ente hanno segnato con la matita rossa, riguarda la parte della delibera in cui si parla di un dirigente in servizio a tempo indeterminato (che non può che essere il comandante dei vigili, Enzo Dinoi), la cui posizione, ricordano i revisori, sarebbe stata sempre considerata “atipica”. Un’ultima osservazione è relativa al mancato rispetto dei contratti collettivi. Pare, infatti, che la proposta dei commissari non sia stata trasmessa alle organizzazioni sindacali.
Alla luce di tutto questo, il collegio composto da Madia Maria Capitano, Massimo Legittimo e Francesco Lanera, si è riservato di esprimere il proprio parere solo dopo che avrà avuto la documentazione richiesta.
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