Due manduriani vicini di casa, lei M.A. di 66 anni, lui B.C. di 63, ex consuoceri, sono finiti in tribunale per un particolare caso: uno sconfinamento di proprietà. Secondo l’uomo che l’ha denunciata, la donna, nel portare la spazzatura nel cassonetto situato all’angolo della strada (i fatti risalgono al 2013 quando ancora non c’era la raccolta differenziata), sarebbe passata troppo vicina alla sua abitazione violandone il domicilio. La causa che è andata avanti sino all’altro ieri, si è conclusa con l’assoluzione della donna che era difesa dall’avvocato Davide Parlatano. Naturalmente la vicenda non è altro che la conseguenza della burrascosa separazione dei figli di entrambi anche loro finiti in tribunale per altri reati presunti o reali.
Secondo quest’ultima denuncia M.A. aveva violato il domicilio del suo vicino. Tutto perché una sera, mentre la donna si recava a conferire i rifiuti negli appositi contenitori collocati a breve distanza dalle rispettive abitazioni, si era permessa – a causa del contestuale passaggio di due autovetture che occupavano l’intera sede stradale – di muovere qualche passo nella zona immediatamente antistante il cancello d’ingresso di B. C.
Il difensore della signora ha invece dimostrato al Tribunale di Taranto, tramite apposita consulenza, documentazione tecnica e fotografica e prova testimoniale, che il tratto di presunta proprietà privata, indicata come tale ad opera del querelante, era da considerarsi un tratto di strada pubblico.
La signora è stata quindi assolta perché il fatto non sussiste e il querelante, come richiesto dall’avvocato Parlatano, è stato condannato al pagamento delle spese processuali nonché al risarcimento dei danni morali pari a 2.000 euro.
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