Erano arrivati a lavoro con un quarto d’ora di ritardo perché avevano prestato soccorso in un incidente avvenuto proprio davanti alla loro caserma. A distanza di due mesi i due vigili del fuoco che prestano servizio a Manduria hanno scoperto con rammarico che l’inflessibile amministrazione da cui dipendono non ha ritenuto valida la giustificazione decurtandogli lo stipendio. La vicenda è finita nelle mani del sindacato di categoria Uilpa che ha inviato una lettera di rammarico al comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Taranto.
“Il 27 gennaio 2018 – si legge - i vigili Valentino Prezzemolo e Cesare Tocci, mentre si recavano presso il distaccamento di Manduria, immediatamente prima dell’inizio del turno di servizio, a seguito di un incidente stradale che aveva coinvolto una moto e due autovetture, intervenivano prontamente per mettere in sicurezza la zona, bloccare il traffico veicolare (il motociclista riverso sull’asfalto rischiava di essere investito, a causa della scarsa visibilità, dai veicoli in transito) ed offrivano assistenza fino all’arrivo sul posto del personale medico del 118 e della polizia municipale. Entrambi – prosegue la lettera - raggiungevano dunque con 15 minuti di ritardo il distaccamento e provvedevano immediatamente ad indossare l’uniforme di servizio e a ritornare sul luogo dell’incidente per dare il cambio alla squadra smontante che nel frattempo era intervenuta”.
Nella concitazione del momento, entrambi dimenticavano di timbrare il cartellino quindi, finita l’emergenza, presentavano giustifica per omessa timbratura dichiarando il motivo del ritardo da loro stessi onestamente quantificato in 15 minuti. “Premesso che entrambi i colleghi avrebbero comunque agito nello stesso modo, anche se gli fossero state decurtate tutte le 12 ore di servizio – prosegue la nota sindacale - quanto accaduto risulta quanto mai paradossale”.
La segnalazione della Uil Vigili del Fuoco, conclude la lettera “non è dunque quello di voler in alcun modo recuperare quel tempo, che non ha alcun altro valore se non quello simbolico, ma di operare una forma di sensibilizzazione su come molto spesso la mera burocrazia non rende giustizia”.
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