Il sindaco uscente, perché sfiduciato, Roberto Massafra, ha già fatto sapere di non essere più interessato a future cariche politiche. Non ha ancora detto, però, se intende dimettersi dall’incarico ereditato di componente del consiglio di amministrazione del Gal Terre del Primitivo di Manduria.
A differenza di altri incarichi legati al ruolo, quello di consigliere del Gal non decade in caso di perdita dello status, e l’eventuale dimissione è legata alla sensibilità dell’interessato. È successo, ad esempio, al sindaco uscente di Torre Santa Susanna, Saccomanno, anche lui sfiduciato dalla maggioranza dei consiglieri comunali, che è tuttora componente del Cda. L’ex primo cittadino di Manduria ha sempre mostrato molto interesse per quell’ente di promozione del territorio che recentemente ha ottenuto il via dalla Regione Puglia per investire 6,6 milioni di euro, molto più e con maggiori libertà di quanto possa offrire un comune indebitato come quello di Manduria con sistemi di controllo più serrati. Un “bel da fare”, insomma, per Massafra che con il Gal e le sue interessanti potenzialità potrebbe consolarsi e guarire le recenti ferite della sfiducia. Una permanenza che non sarebbe comunque giustificata dalle sue competenze.
I gruppi di azione locale, infatti, sono, o forse è meglio dire dovrebbero essere, gestiti da personale qualificato con competenze specifiche nel campo dello sviluppo e del marketing territoriali con particolare interesse per il settore dell’agricoltura. Niente a che vedere, insomma, con le capacità di un bravo chirurgo. Anche per questo l’Unione europea che li finanzia, ha già chiesto di ridurre la presenza dei politici in questi organismi.
Nazareno Dinoi
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