Le foto
Non c’è pace per l’imprenditore del vino, Gregory Perrucci, che deve fare ancor auna volt ai conti con le razzie nelle campagne. Già vittima poco più di un mese fa di uno spettacolare furto di due trattori, di un escavatore ed altre attrezzature per il lavoro nei campi, questa volta i danni sono di minor valore ma non per questo meno odiosi. Degli sconosciuti si sono impossessati dei cavi di ferro zincato che tengono su i filari di primitivo.
E’ stato lo stesso imprenditore ad annunciare l’atto criminale sul social. «Questa mattina – scrive - mi sono svegliato prima dell’alba col pensiero rivolto ai trattori e ai mezzi che ci hanno rubato. Poche ore dopo – continua Perrucci nel suo post affidato a Facebook -, i nostri operai ci inviavano le foto qui sotto: da un vigneto i soliti ignoti hanno divelto e si sono fottuti i fili mobili di sostegno della vegetazione. Poche centinaia di euro di valore e un migliaio di danno arrecato. Comincio a perdere la pazienza», conclude l’esperto del vino Primitivo che non ne può più.
Fortunatamente l’asportazione dei cavi non ha compromesso la pianta che è rimasta indenne. Il vigneto dove questa volta si sono accaniti i ladri si trova sulla via per Avetrana in una zona non molto distante dall’abitato di Manduria. Un danno tutto sommato di scarso valore e proprio per questo Perrucci non si capacita: «Sarei tanto curioso di sapere cosa se ne faranno di un materiale simile». L’imprenditore che non ha presentato nessuna denuncia alle forze dell’ordine, non sa darsi una spiegazione valida al gesto. Nessuna ipotesi comunque può essere esclusa, dal furto di un oggetto dal valore inconsistente, all’atto vandalico o, ancora peggio, ad un inquietante messaggio che potrebbe nascondere una subdola minaccia o avvertimento.
Lo scorso 12 marzo un vero e proprio commando composto da non meno di dieci persone s’introdusse nella cantina Felline di proprietà Perrucci svuotando il parco macchine per un danno di circa 150mila euro, mai ritrovate.
Nazareno Dinoi
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