Il manduriano Luciano Carpentiere, di 51 anni, in carcere dal 4 luglio del 2017 perché coinvolto nell’inchiesta «Impresa» sui presunti intrecci tra mafia e politica che ha poi portato allo scioglimento per mafia del comune di Manduria, ha potuto lasciare il carcere per essere trasferito ai domiciliari. L’ordinanza che lo dispone è firmata dal giudice Giovanni Gallo il quale ha accolto la richiesta dei difensori dell’imputato, gli avvocati Franz Pesare e Armando Pasanisi. A convincere il giudice è stato soprattutto il precario stato di salute del cinquantunenne che non gli avrebbe permesso di alimentarsi in carcere.
Per questo le sue condizioni sono definite molto gravi. Inoltre, secondo il giudice, il periodo di restrizione ha ridotto le esigenze cautelari che hanno imposto il regime carcerario iniziale. Carpentiere che è accusato di far parte del clan diretto da Antonio Campeggio detto scippatore, affronterà il processo assistito dai suoi legali e dovrà rispettare il divieto di abbandonare il proprio domicilio e non avere contatti, né telefonini né sui social con persone diverse dai suoi conviventi.
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