
Una «tredicina» da ricordare per i fedeli e i frati della chiesta di Sant’Antonio di Manduria, profanata e depredata dai ladri proprio alla vigilia della giornata conclusiva dei festeggiamenti del santo. A far gola ai ladri, uno o di più persone non si sa, è stato l’impianto di amplificazione del luogo sacro asportato sotto il naso degli addetti alle celebrazioni. Se c’è qualcosa da rubare, insomma, i male intenzionati non risparmiano niente, neanche le sagrestie. È successo proprio questo ieri nella chiesa dell’omonimo quartiere situato nella parte archeologica della città Messapica in questi giorni addobbato a festa con giostrine e luminarie che attirano un numeroso pubblico di fedeli. Ma anche chi non ha buone intenzioni. La notizia che si è diffusa ieri nell’incredulità generale, ha provocato sgomento e rabbia tra gli organizzatori indaffarati più che mai nelle celebrazioni del santo iniziate il primo giugno per concludersi oggi, mercoledì 13, Sant’Antonio appunto.
La scoperta è stata fatta ieri pomeriggio al momento della tradizionale benedizione dei bambini. Alle 17 in punto, quando il sacerdote è salito sull’altare per la celebrazione, ha acceso il microfono che non funzionava. Mentre il religioso si affannava a spingere l’interruttore, qualcuno si è recato in sagrestia dove c’era l’amplificatore, facendo l’amara scoperta. Era sparito. Ieri mattina, alla benedizione dei bimbi delle ore 10,30, il rito si era svolto regolarmente per cui il furto è avvenuto nella tarda mattina o nel primo pomeriggio. Complice la confusione del momento e le porte sempre aperte in questi giorni di festa, i ladri si sono introdotti nella casa di Dio impossessandosi dell’apparecchio che, evidentemente, avevano già adocchiato. Secondo gli addetti ai lavori, il furto sarebbe avvenuto tra le undici e le quattordici. Non risultano forzature di serrature e non esistono vie di fuga sul retro per cui si pensa che gli autori della profanazione siano riusciti a portare fuori l’apparecchio quando in chiesa c’erano ancora delle persone.
I sacerdoti, addolorati e sconfortati, non hanno presentato denuncia alle forze dell’ordine preferendo soprassedere. La messa ieri sera è stata fatta “a voce alta”, senza impianto e la stessa cosa sarà ripetuta oggi (con seri problemi di volume considerando il pienone previsto), se nel frattempo i malviventi non restituiranno il maltolto o l’Ordine dei Francescani, aiutato dai fedeli, non acquisterà un nuovo impianto di amplificazione.
Nazareno Dinoi su Quotidiano di Taranto
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