La vecchia discarica «Li Cicci» non regala ai manduriani solo danni all’ambiente, ma anche debiti da pagare. Una cinquantina di migliaia di euro, per adesso, la somma di cui si farà carico il Comune attraverso i suoi contribuenti. La notizia del solito debito fuori bilancio, che ha dell’incredibile, ha origini antiche e parte dal lontano 1983, anno in cui l’amministrazione comunale dell’epoca decise di costruire una mega discarica in quella contrada “Li Cicci”, che avrebbe poi messo a disposizione di diciassette comuni del circondario. Realizzato l’impianto, nel 2000 le vasche di raccolta della spazzatura si esaurirono così il comune pensò bene di raddoppiare la discarica allargandosi nel lotto confinante. Che però non era suo ma di un cittadino maduriano che naturalmente non fu contento dell’appropriazione indebita della sua proprietà. L’acquisizione dell’area tuttavia non si perfezionò perché, in sede di redazione dell’atto pubblico di trasferimento, si riscontrava una difformità della nota di trascrizione rispetto al corrispondente atto notarile per quanto risulta da una dichiarazione datata 18/04/2002 del dirigente dell’Ufficio tecnico comunale, ingegnere Cardone. Malgrado ciò i lavori andarono avanti. La discarica ha poi avuto diverse vicissitudini anche di cronaca con incendi ripetuti, fallimenti delle ditte che la gestivano, sospetti di malagestione delle proprietà che si sono succedute sul suo controllo sino alla recente notizia dell’inquinamento della falda acquifera con metalli pesanti cancerogeni.
Fatto sta che dopo il considerevole lasso di tempo trascorso, si scopre ora che il Comune ha utilizzato un’area di proprietà di un terzo, il quale ha avanzato ora una richiesta risarcitoria per l’illegittima occupazione.
Il legittimo proprietario di quel terreno si è rivolto all’avvocato Nicola Gigli che dopo tante richieste e tentativi di conciliazione è riuscito a strappare un accordo con l’ex sindaco Roberto Massafra. La delibera che lo ratificava, porta la data del 21 giugno del 201. Con quell’atto l’amministrazione riconosceva all’ex proprietario un risarcimento di 45mila euro con l’impegno di concludere tutto il contenzioso entro il 31 ottobre del 2017 pena, per il comune, del pagamento di una penale di 50 euro per ogni giorno di ritardo. Mille e cinquecento euro al mese per quasi otto mesi che dovrà sborsare il comune inadempiente oltre ai 45mila euro della somma raggiunta con l’accordo.
Il il dirigente dell’area tecnica, Emanuele Orlando, ha predisposto la determina con l’impegno di spesa dei soli 45mila euro e non anche quelli della penale.
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