Giovedì, 25 Aprile 2024

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La storia, riportata dal Quotidiano di Puglia e da lì rimbalzata sulla stampa nazionale, vede come protagonisti il 74enne di origine campana, padre Gabriele, e il suo confratello, padre Leonardo...

Mancata lavanda dei piedi agli immigrati, scoppia il caso

Padre Gabriele Padre Gabriele | © La Voce

«Se avessi immaginato quello che sta accadendo, mi sarei impegnato e avrei fatto di tutto per portare a termine ciò che avevo in mente di fare». Sono le uniche parole che riesce a dire padre Gabriele Maccariello preso in pieno dalla valanga di polemiche caduta sulla sua chiesa per la vicenda della mancata lavanda dei piedi agli extracomunitari, durante la messa del giovedì santo. La storia, riportata dal Quotidiano di Puglia e da lì rimbalzata sulla stampa nazionale, vede come protagonisti il 74enne di origine campana, padre Gabriele, e il suo confratello, padre Leonardo, entrambi dell’ordine dei servi di Maria, responsabili della chiesa di San Michele Arcangelo di Manduria. Un botta e risposta tra i due religiosi avvenuto durante la celebrazione della messa serale, di quel giovedì di Pasqua, ha fatto scoprire il motivo per cui il tradizionale rito del lavaggio dei piedi ai fedeli non si sarebbe fatto: padre Leonardo si era opposto all’idea avanzata da padre Gabriele di lavare i piedi a dodici extracomunitari (che non erano presenti perchè non più invitati), assistiti dalla Caritas del posto. Nella chiesa gremita di fedeli era calato il gelo e non pochi dei presenti non hanno perso tempo, una volta fuori, ad esprime sdegno su Facebook definendo l’accaduto come «un vergognoso atto di razzismo salito sull’altare». È così iniziato il tam tam, prima sui social network e poi sui giornali e infine nella sede della curia vescovile di Oria che non ha potuto ignorare l’incidente.

È stato il vescovo in persona, monsignor Vincenzo Pisanello, a volere incontrare i due sacerdoti dai quali ha voluto sapere tutto. Cosa si siano detti in quella occasione non è possibile sapere. È nota invece la posizione che la curia ha preferito fare uscire solo quattro giorno dopo l’accaduto. «Il rito della lavanda – hanno fatto sapere dal vescovado – non si è più fatto perché uno dei due religiosi non era stato informato per tempo dall’altro che aveva avuto per primo l’idea». Che l’inconveniente si possa chiudere così, è troppo ingenuo crederlo. Il più mortificato tra tutti è padre Gabriele, colui aveva organizzato tutto alla perfezione contattando personalmente i responsabili della Caritas i quali avrebbero dovuto “fornire” i dodici migranti. «Peccato – dice il servo di Maria improvvisamente al centro della cronaca –, dopo il rito della lavanda gli avremmo offerto anche una pizza». Intanto la rete si scatena contro i «preti razzisti». Ma c’è chi li difende. «I servi di Maria non sono razzisti, io ero presente – scrive un parrocchiano -, i sacerdoti avevano discusso in privato sulla possibilità di fare la lavanda agli extracomunitari ma non si erano messi d’accordo e il celebrante durante la messa ha accennato del fatto».

Dello stesso tenore la testimonianza di un addetto ai lavori. «Ero presente e stavo facendo servizio all’altare e perciò posso testimoniare che è stato solo un piccolo diverbio che ovviamente si poteva evitare, ma nella nostra parrocchia non c’è razzismo, ci sono invece molti chiacchieroni!». Serviranno queste parole ad evitare gli strali della curia vescovile di Oria?

Nazareno Dinoi sul Quotidiano di Puglia

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5 commenti

  • Greta sommavilla
    mer 4 aprile 2018 08:39 rispondi a Greta sommavilla

    Ha fatto bene !! Per loro è un atto di sottomissione non di fratellanza. Già pretendono di togliere il crocifisso dalle aule, cosi è come dire siete i padroni ; e siamo pronti ad indossare il burka per non offendere le vostre abitudini.. meno male che ci sono ancora preti che difendono la nostra cultura. Papa apri le porte del Vaticano invece di fare il falso buonista !!!!

  • franco mele
    mar 3 aprile 2018 07:48 rispondi a franco mele

    come al solito nella religione cristiana, cattolica specialmente: fai quello che dico io , ma non quello che faccio o, se preferite, predica bene e razzola male. di che vi meravigliate?

  • Stefania Epifani
    mar 3 aprile 2018 05:57 rispondi a Stefania Epifani

    Sono cresciuta nella chiesa di san Michele Arcangelo e conosco bene i sacerdoti che in questi giorni sono stati colpiti da questa incresciosa discussione. Il vescovo avrebbe potuto evitare di chiamarli entrambi ne bastava uno, l'unico che sin dal suo arrivo a manduria, ha sempre fatto di testa sua portando sempre discussioni anche tra i fedeli facendoli anche allontanare dalla parrocchia. Il "caro" padre Leonardo che speravo che con l'avanzare dell'età, avesse ridimenzionato il suo carattere da dittatore. Non si smentisce mai.

  • Brizzi sergio
    mar 3 aprile 2018 12:49 rispondi a Brizzi sergio

    Io darei torto chi ha organizzato questo invito indesiderato, perche questi extracomunitari anno la loro religione, non vanno in chiesa sono contrari al crocifisso nelle scuole ecc..

  • Demetrio Moccia
    mar 3 aprile 2018 09:10 rispondi a Demetrio Moccia

    Ma la di la di ogni ragionevole opinione è saltato un rito molto significativo della tradizione della settimana santa, la lavanda dei piedi da parte d'un rappresentante della dottrina cattolica. Domanda,ma se al posto degli immigrati(ma erano di colore o di altra etnia) fossero stati Italo/Manduriani questo padre i piedi li avrebbe lavati o no?. Non credo che non si sia siano parlati prima,quel rito io da ragazzo l'ho fatto ed il prete mi preparo' per tempo. Queste cose non si improvvisano all'ultimo istante.

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