«Allora ce l’hanno proprio con noi, questa è la prova». Gningue Momar, il portavoce della comunità senegalese che da anni svolge attività di commercio ambulante a San Pietro in Bevagna, interpreta così la delibera della giunta Massafra che allarga la concessione degli spazi nel mercatino della piazza centrale della località balneare ad altri 8 ambulanti. La beffa però per i senegalesi che reclamano da tempo spazi più remunerativi di quelli riservati a loro nel largo delle Benedettine (zona decentrata dal centro e proco frequentata) è che nessuno di loro potrà ambire ai quegli otto posti in più perché il comune ha deciso di scorrere la graduatoria di chi ha fatto domanda. «Bel coraggio – afferma Momar – a noi ci hanno permesso di presentare domanda con la scusa che siamo troppi e che non volevano dividerci ed ora ci fanno anche questo bel regalo; grazie amministrazione comunale».In sostanza è avvenuto questo. I senegalesi che lamentano un calo di vendite insostenibile con le spese, avevano chiesto al sindaco di poter esporre la propria merce nella piazzetta centrale inscenando anche forme di protesta pacifica occupando abusivamente gli spazi che venivano subito sgomberati dalle forze dell’ordine. «E il comune che fa?», afferma Momar. «Allarga la graduatoria degli aventi diritto sapendo che noi in quella graduatoria non ci siamo perché non ci è stato permesso di partecipare».
Il senegalese non si dà per vinto. «Lotteremo per avere i nostri diritti», dice il commerciante di colore che per ora esprime solo «tanta profonda delusione».
«Non chiamatelo “mercatino etnico”, questo è il mercato dei negri», aveva detto giorni fa il portavoce dei senegalesi parlando senza mezzi termini di «discriminazione razziale».
«Ne approfittano perché la nostra è una comunità che vuole vivere pacificamente ma non è giusto calpestare i nostri diritti: prima o poi torneremo e ci prenderemo quello che ci spetta», fa sapere il rappresentante dei senegalesi che denuncia un’altra misura che l’amministrazione comunale avrebbe adottato proprio per isolarli e danneggiarli. «Hanno messo un divieto di transito automobilistico proprio a cento metri dal nostro “mercato dei negri” costringendo le autovetture ad arrivare in centro attraverso strade laterali, tutto per non passarci davanti; cos’è questo se non un modo per nasconderci?», accusa Momar.
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2 commenti
FDB
lun 24 luglio 2017 11:18 rispondi a FDBTra non molto non ci saranno più baracche perché la gente è sempre meno a San Pietro in Bevagna dove non si può nemmeno passeggiare perché manca persino l'illuminazione pubblica e con le buche che ci sono non è consigliabile avventurarsi. Si tornerà presto alle origini quando al mare si portavano muli e cavalli a prendere i bagni.
Carlo.
sab 22 luglio 2017 08:40 rispondi a Carlo.------ Aldilà di questo eterno problema che i nuovi amministratori non sanno gestire, avete letto bene, non sanno gestire, altrimenti tutti sloggerebbero da Piazza delle Perdonanze (per tutti intendo tutti, anche tavolini ed affini, lasciando la piazza libera per chi vuol prendere un po' d'aria e stare tranquillo la sera), vorrei dire al signor Momar che il divieto di transito che cita non è stato messo per far dispetto a loro, ma per deviare il troppo traffico che altrimenti, il doppio senso e le auto in sosta, creerebbero problemi alla circolazione veicolare.-------- Infatti quel divieto sono anni che "spunta" nei mesi estivi. ------ Quella è San Pietro e nessuno può cambiarla, anche se si potrebbe alleggerire un po' il problema decentrando le baracche e lasciando libera quella piazza.