Giovedì, 25 Aprile 2024

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Raffineria Eni altri due feriti

Raffineria Eni altri due feriti Raffineria Eni altri due feriti | © n.c.TARANTO - Due operai di un’impresa dell’appalto sono rimasti feriti ieri all’interno della raffineria Eni di Taranto mentre eseguivano lavori di manutenzione sulle condotte che trasporta greggio nei depositi. I due lavoratori di 23 e 29 anni, rispettivamente di Maruggio e di Taranto, dipendenti della "Tts", sono stati travolti da una fiammata sprigionatasi da un tubo di 16 pollici contenente il combustibile. Il più grande dei due è rimasto ferito gravemente con delle ustioni al volto e al tronco mentre il più giovane ha riportato bruciature ad una gamba. Entrambi sono stati soccorsi dal personale dell’infermeria interna allo stabilimento che li hanno trasportati all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto. Da lì i feriti sono stati smistati al policlinico di Bari e al Perrino di Brindisi nei rispettivi reparti per grandi ustionati e chirurgia plastica. La loro prognosi è di quaranta giorni. Sul posto subito dopo l’incidente sono intervenute le squadre dei vigili del fuoco dell’Eni che, come da protocollo, hanno chiesto l’intervento dei loro colleghi del distaccamento provinciale di Taranto. Le fiamme sono state spente dopo circa mezzora mentre per tutto il pomeriggio il personale ha lavorato per mettere insicurezza e bonificare la zona interessata. La direzione della raffineria ha segnalato l’incidente al servizio prevenzione e salubrità dei luoghi di lavoro (Spesal) che ha inviato due tecnici. Toccherà a loro, oggi, relazionare l’accaduto al magistrato di turno che ieri stesso è stato informato del caso. Anche la digos ha avviato le indagini. Secondo una prima ricostruzione, l’innesco potrebbe essere partito da qualche arnese in uso ai due operai che stavano manovrando su una nuova rete di condutture di metallo da 16 pollici. Da una di questa sarebbe fuoruscito il liquido infiammabile che a contatto con qualche scintilla ha preso fuoco. La fiammata non avrebbe prodotto squarci alle strutture rimaste integre. I sospetti degli ispettori Spesal è che l’innesco possa essere partito da una vicina saldatrice o da una macchina smerigliatrice. Il punto esatto dove si è sviluppato l’incendio dista una ventina di metri dai grandi depositi 31 e 34 della raffineria. Il personale dell’Arpa ieri stesso ha convocato i dirigenti dello stabilimento pe farsi relazionare l’evento. L’incontro è saltato per via di un black out che ha paralizzato l’attività della sede dell’agenzia per l’ambiente. L’appuntamento è stato spostato a stamattina.  Sempre oggi i tecnici dell’Arpa interrogheranno le centraline che daranno i risultati degli inquinanti prodotti dalla combustione del petrolio. Esattamente un mese fa un altro incendio aveva provocato il ferimento di un operaio. Nazareno Dinoi sul Corriere del Mezzogiorno

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