Giovedì, 28 Marzo 2024

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I reperti contenuti, alcuni dei quali di eccezionale valore archeologico e storico, provengono quasi tutti dagli scavi effettuati tra il 1955 al 1960 dall’allora responsabile della Soprintendenza alle Antichità della Puglia e del

Riapre il museo "oltre le mura"

La viceministra ammira i reperti Messapici La viceministra ammira i reperti Messapici | © La Voce di Manduria

Circa settecento anni di storia Messapica raccontati in quattrocento reperti conservati ed esposti in una ventina di teche di cristallo. È il nuovo tesoro che da ieri è fruibile al pubblico nella nuova sede museale dell’ex convento degli Agostiniani a Manduria. Un'intera ala situata al primo piano dello splendido palazzo del 1600 diventata sede del Museo Terra dei Messapi. Il taglio del nastro, ieri, è stato affidato alla sottosegretaria di Stato ai beni culturali, onorevole Dorina Bianchi accompagnata dalla soprintendente ai Beni archeologici per Lecce-Taranto-Brindisi, Maria Piccareta e dalla responsabile della soprintendenza di Taranto, Laura Musiello. Con le massime autorità politiche e militari della città Messapica e un centinaio di cittadini, le tre esponenti della cultura hanno aperto per la prima volta al pubblico l’eccezionale mostra (per la verità già inaugurata una prima volta nel 1977 e rimasta nell’oblio per diversi anni per motivi di natura burocratica e per l’assenza di una sede idonea).
I reperti contenuti, alcuni dei quali di eccezionale valore archeologico e storico, provengono quasi tutti dagli scavi effettuati tra il 1955 al 1960 dall’allora responsabile della Soprintendenza alle Antichità della Puglia e del Materano, archeologo Nevio Degrassi. Altre testimonianze esposte risalgono a ritrovamenti del 1906 ed anche più recenti. Si tratta quasi esclusivamente di corredi funerari portati alla luce nel corso di scavi controllati ma spesso anche da fortuiti ritrovamenti avvenuti nel corso di interventi di natura edilizia civile. Tutto patrimonio del generoso sottosuolo di Manduria, città dove sorge la più vasta e intatta testimonianza della civiltà Messapica con muri di cinta realizzati con blocchi ciclopici, fossati, cavità naturali e una immensa necropoli composta da 2.500 tombe di varia epoca e dimensioni. Anfore, attrezzi di uso domestico, armi, gioielli ed altro ancora raccontano momenti di vita quotidiana dell’antico popolo che ha dato origine alle popolazioni autoctone. I pezzi esposti fanno parte in gran parte di corredi funerari. Si possono distinguere quelli maschili riconoscibili dalla presenza degli strigili, punte di lancia, fibule (spille) cinturoni in bronzo, oltre al corredo utilizzato per il simposio. Ma anche crateri di varie forme per contenere il vino, skyphos e kantharos per bere, oinochoe per mescere la bevanda. Per il corredo delle donne le trozzelle (vasi) di varie forme e dimensioni, gioielli in argilla rivestiti di foglia oro, oggetti legati alla tessitura come le piramidette (pesi per il telaio verticale) e ancora fusi per filare le fibre, unguentari per gli olii profumati, piattelli per contenere alimenti per l'aldilà. Dalle tombe dei bambini, infine, sono esposti giocattoli in ceramica, bambole snodabili in ceramica e guttus (biberon dell’epoca fatti di terracotta con forme di animali) e pochi esemplari di pithos per contenere le derrate.
La struttura, aperta al pubblico già da oggi, è stata affidata dal comune di Manduria alla Soprintendenza ai beni archeologici per Lecce-Taranto-Brindisi che ne curerà la fruibilità. Con questo accordo la città Messapica si impegna a destinare parte dell’immobile a depositi di materiale archeologico garantendo le misure per una corretta conservazione dei materiali e ad uffici. Spetterà al Comune la manutenzione straordinaria riguardante gli arredi destinati agli spazi per esposizioni temporanee e straordinarie. Sarà sempre l’ente che provvederà alla manutenzione e alla fornitura delle utenze idriche-fognanti, elettriche, telefoniche, il riscaldamento e tutto ciò che sarà ritenuto necessario per il corretto mantenimento dello stabile.
La Soprintendenza, secondo quanto stabilito dal regolamento stipulato lo scorso mese di aprile, si impegnerà da parte sua a garantire attraverso il supporto tecnico-scientifico diproprio personale l’allestimento della mostra museale, curandone il piano scientifico e assicurandone la fruizione e l’accesso agli spazi espositivi negli orari di servizio del proprio personale assegnato come presidio». Tutte le iniziative specifiche di sviluppo per la valorizzazione e la divulgazione in rapporto con le risorse economiche disponibili saranno decise da comune e soprintendenza.
Nazareno Dinoi

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1 commento

  • Alessandro il Grande
    mar 19 settembre 2017 08:05 rispondi a Alessandro il Grande

    Guardate il nostro consigliere regionale come sta risolvendo i suoi problemi..heeeee scusate i nostri problemi..

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