
Un amico mi ha chiesto: se tu fossi stato ancora sindaco, cosa avresti fatto con la discarica Mandiriambeinte? Come sa bene chi mi conosce, non ho mai avuto paura di assumermi le mie responsabilità e non ho mai fatto nulla per inseguire il consenso. Non temo l’impopolarità, per fortuna lì dove conta davvero sono popolare a sufficienza.
Sono fermamente convinto di aver preso le decisioni giuste, dal punto di vista ambientale e non solo. Non ho bisogno di notorietà aggiuntiva, non mi vedrete mai più candidato in alcuna competizione elettorale e, checché ne pensiate, la Manduria che ho lasciato era migliore di quella che ho trovato ed anche di quella che è adesso.
La ragione per cui ho aderito alla richiesta del direttore Nazareno Dinoi di raccontare la storia della discarica è una ed una sola: aiutare a capire perché siamo arrivati a questo punto e cercare, nei limiti del possibile, di contribuire a trovare una soluzione sostenibile, soprattutto, ma non solo, dal punto di vista ambientale. Finchè sono stato sindaco non c’è stato un centimetro di sovralzo e, se lo fossi stato in seguito, mi sarei opposto all’utilizzo della discarica per i rifiuti tal quali, cioè compresi di quota secca.
Dopodiché, il problema dello smaltimento dei rifiuti è di interesse nazionale o quantomeno regionale, ed è quella la sede ove dovrebbe essere affrontato con serietà, lungimiranza e rispetto per tutti i territori. È evidente che la raccolta differenziata, peraltro ancora molto al di sotto delle aspettative soprattutto nelle città più grandi, da sola non è sufficiente, per cui delle due l’una: o riempiamo il territorio di discariche trasformando la Puglia, e non solo Manduria, in una pattumiera, o costruiamo i termovalorizzatori, così come fanno in tutta Europa.
Roberto Massafra, già sindaco di Manduria
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