Il tenente colonnello Antonio Russo è il nuovo comandante della scuola allievi carabinieri di Campobasso, il centro formativo che prepara i militari dell’Arma per tutto il Sud Italia. Un incarico di prestigio che fa seguito ad una carriera di comando iniziata a Soverato e a Macerata dove ha comandando le rispettive compagnie per approdare, nel 1999 a Manduria, dirigendo con il grado di capitano la compagnia Messapica sino al 2003. In quell’anno, raggiunto il grado di tenente colonnello, è stato a capo del reparto operativo del comando provinciale di Taranto prima di approdare a Matera, nel 2010, con l’incarico di comandante provinciale. Dalla città lucana è stato poi trasferito a Bari dove ha ricoperto il ruolo di vicecomandante provinciale prima di quest’ultimo incarico a Campobasso dove ieri, venerdì 20 ottobre, si è svolta la cerimonia di insediamento. «Sono passato da questa città come allievo e dopo circa 30 ci torno da comandante, è una grande emozione per me!», ha detto l’ufficiale.
Nato a San Pietro Vernotico 55 anni fa, laura in giurisprudenza, il tenente colonnello Russo ha indossato la divisa della Benemerita alla scuola allievi di Fossano provincia di Torino e da lì ha toccato tutte le zone più calde del Meridione. Per sua ammissione, però, è stata la città Messapica a stregarlo. «Manduria ce l’ho nel cuore per tantissimi motivi», afferma l’ufficiale che da questa città non ha mai cambiato la residenza. La famiglia Russo, infatti, moglie con due figli, vive stabilmente a Manduria.
La presenza manduriana del tenente colonnello Russo, è stata segnata da un incidente da cui è rimasto illeso per un vero miracolo. Durante un trasferimento d’urgenza all’ospedale di Lecce dove doveva essere sottoposto ad un delicato intervento, l’ambulanza che lo trasportava prese fuoco durante la corsa. A salvarlo fu la prontezza di riflessi dei sanitari e dell’autista che riuscirono ad estrarlo dall’abitacolo un attimo prima che le bombole dell’ossigeno esplodessero. «Anche da quel terribile episodio – confessa oggi Russo – ho potuto verificare il profondo affetto che i manduriani mi hanno sempre riservato».
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