Crollo a Colimena, il Demanio risponde, l’assessore pensa

La frana e la zona indicata dal Demanio

Passano gli anni e le pasque ma l’argine del canale di Torre Colimena continua a crollare nella più totale trascuratezza del Comune di Manduria. La notizia di oggi è che i due consiglieri del comune di Manduria del gruppo Demos hanno fatto un’interpellanza (che pubblichiamo in altra parte del giornale), al sindaco, assessori e presidente del Consiglio Comunale per “conoscere quali passi si stanno adottando per risolvere questo grave problema”.

Bene, un atto che si aspettava da tempo e, mentre attendiamo di conoscere le risposte che daranno, pensiamo che sia utile rinfrescare la memoria collettiva rispetto a come si sia svolta, nel tempo, la storia del crollo dell’argine.
“La vicenda è nota, ma non è il Comune di Manduria che deve intervenire”. Così aveva risposto lo scorso anno, al nostro giornale, l’assessore ai Lavori pubblici Piero Raimondo, quando gli avevamo chiesto di far capire ai cittadini come mai nessuno intervenisse nel crollo dell’argine in questione. L’assessore disse allora che solo il Demanio doveva intervenire per ripristinarlo (non solo l’argine ma anche la strada, in parte franata) e ridare così stabilità a quella parte di località, facendo riaprire anche ristorante, pescheria e supermercato che si affacciano sul canale, chiusi dal Comune di Manduria per motivi di sicurezza da aprile scorso.

Peccato però che ci siamo rivolti al Demanio per indagare ancora meglio e capire di chi fosse la competenza. La dottoressa Costanza Morleo, dirigente avvocata del Servizio Demanio e Patrimonio della Regione Puglia, non più tardi di due mesi fa, smentendo il sereno assessore, ci aveva risposto così: ”In relazione ai chiarimenti richiesti, faccio presente che, in virtù del trasferimento delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo ai comuni, disposto all’indomani del DPR 616/77 con L.R. 17/2015, la competenza è comunale. Parimenti qualora si trattasse di viabilità comunale”. Peccato assessore Piero Raimondo, perché la risposta della dirigente a noi sembra molto chiara ma, se questo non fosse ancora sufficiente a far capire di chi sia la competenza dell’intervento, pochi giorni dopo era arrivata anche una seconda risposta da parte dell’Agenzia del Demanio, Direzione Regionale Puglia e Basilicata, sempre da noi sollecitata, che non solo condivideva le risposte date dalla collega Morleo “…con riferimento alle informazioni richieste, pur condividendo in linea di principio quanto riscontrato sul demanio marittimo dall’Avvocato Morleo della Regione Puglia, da un approfondimento fatto le chiarisco che l’area di suo interesse non rientra nel demanio marittimo” (frase evidenziata proprio nella mail di risposta). Ma aggiungeva anche due ortofoto per meglio chiarire la situazione: “Per fugare ogni dubbio allego due ortofoto, una delle quali con la rappresentazione della linea SID che delimita il demanio marittimo. L’area in questione è identificata dal cerchietto rosa”. Arrivando poi alla conclusione. “Alla luce di ciò va quindi individuata l’Amministrazione di riferimento, che quindi non può essere l’Agenzia del Demanio”. Problemino semplice semplice di facile soluzione: se non è di competenza del Demanio e nemmeno della Regione, dato che Arneo è competente del solo canale (ed è stato l’unico ad intervenire almeno per mettere in sicurezza i sassi che continuavano a rotolare nel canale), considerato quello che il Demanio suggerisce rispetto alla ricerca dell’Amministrazione di riferimento, non è che forse il Comune di Manduria, nella persona dell’assessore Piero Raimondo, dovrebbe farsi più di qualche domanda e cominciare quanto prima i lavori per rimettere a posto l’area? Di quale altra prova ha bisogno per capire la competenza?

Quale altro cappello indosseranno sindaco e assessori per rispondere all’interpellanza? La triste saga continua…

Monica Rossi

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